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L’iconoclastia e l’esigenza di dividere l’artista dalle sue opere

In tutto il mondo stiamo assistendo all’abbattimento ed alla rimozione di numerose statue e monumenti. Perché?

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Statua di Cristoforo Colombo abbattuta
Foto: scenarieconomici.it

Il mondo si ritrova nel 2020, che nei suoi primi sei mesi di vita è riuscito a dare una scossa ad un’umanità che sembrava sonnecchiare. Almeno fino al 31 dicembre 2019. La pandemia da Covid-19 ha colpito tutti indistintamente, mietendo vittime, senza fare particolari distinzioni.

Il lockdown imposto in gran parte del pianeta ha fatto sì che ci si fermasse un attimo a riflettere, ad osservare sul serio quello che ci circonda, in modo clinico. Ed in molti casi si è capiti che c’era bisogno di cambiare le cose. Come negli Stati Uniti, dove l’uccisione di George Floyd per mano degli agenti di polizia di Minneapolis ha acceso quella miccia che attendeva solo la scintilla.

Un moto rivoluzionario si è schierato apertamente e fortemente contro quel razzismo che flagella l’America del ‘presidentissimo’ Donald Trump. Come un’onda, in tutto il mondo si sono registrate manifestazioni di ogni tipo, al grido di “Black Lives Matter“. Con la forte speranza che qualcosa cambi per davvero.

Fiumi di persone, pacifiche e non si sono riversate nelle strade. Ma a fare il giro di tutti i social media e dei telegiornali mondiali sono state anche le immagini che ritraggono statue dedicate a Cristoforo Colombo, strade intitolate “Penny Lane” giusto per citarne qualcuna, essere distrutte e imbrattate.

In Italia la statua dedicata a Indro Montanelli è stata imbrattata ed è stata avanzata una richiesta ufficiale per la sua rimozione. Il motivo? Ci si è accorti che in una spedizione fascista in Eritrea sposò una ragazzina di soli dodici anni.

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Tutto ovviamente lineare e da condannare. Ma se si vuole andare a scavare nella vita di ogni artista che ha fatto la storia, di ogni sportivo che si ricorda per le proprie imprese, non si dovrebbe idolatrare nessuno, o quasi.

Nessun idolo della musica è stato un santo. Michael Jackson per dirne uno, venne accusato di pedofilia, ma le sue canzoni continuano ad essere un perno nella storia del pop. I Rolling Stones sono stati l’emblema delle trasgressioni e delle droga, eppure continuano ad essere una delle band rock migliori di sempre.

E nella letteratura? Pier Paolo Pasolini venne accusato di atti osceni e corruzione di minore. Le sue opere continuano a fare scuola ed essere presenti nei libri di letteratura. Si potrebbe andare avanti così per ore, elencando qualsiasi tipo di artista in qualsiasi ambito.

L’indignazione per essersi resi conto di essere al cospetto di statue idolatranti uomini-poco-uomini si è fatta largo tra tutti, scuotendo le coscienze di ognuno. Tutto giusto, ma l’esigenza di scindere, di dividere l’artista dalle sue opere è fondamentale. Una canzone, un quadro, un libro, una poesia, gode di vita propria, e quello che commette il suo autore non può e non deve influenzarla.

È come se un figlio dovesse pagare per i misfatti del padre. Sarebbe un’ingiustizia bella e buona vero? Giudicare opera ed artista come due esseri indipendenti è fondamentale. Altrimenti la storia non potrebbe esistere.

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Nato ad Avellino nel maggio '95 è un giornalista, attivista antimafia e talvolta scrittore un po' troppo malinconico. Grande appassionato di sport, divoratore di libri e ascoltatore incallito dei Pearl Jam.

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