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Parcheggiatori abusivi, rischio reato di estorsione: cosa dice la Cassazione

Chiedere, o addirittura pretendere del denaro per consentire la sosta: il reato è configurabile? Il parere delle ultime sentenze

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Parcheggio via Vinciprova Salerno
foto (di repertorio): Massimo Pica

Non ci sono certo buone notizie, dal punto di vista legale, per i parcheggiatori abusivi, che rischiano di incorrere nel reato di estorsione se chiedono o addirittura pretendono soldi dai clienti. Disciplinato dall’art. 629 c.p., consiste nel costringere qualcuno minacciandolo di fare o non fare qualcosa per trarne un ingiusto profitto. A tal proposito la Cassazione, in più sentenze, ha ritenuto configurabile il reato di estorsione compiuto dal parcheggiatore, che prima chiedeva soldi non dovuti e poi minacciava di danneggiare l’autovettura dell’automobilista.

Estorsione parcheggiatore abusivo, cosa dice la Cassazione

Il parcheggiatore abusivo, in queste circostanze, ha in sostanza minacciato l’automobilista di arrecargli un male ingiusto, al fine di ottenere dei soldi non dovuti. Tutto questo è stato registrato dalla Cassazione come un reato di estorsione e non, come spesso si è detto, di violenza privata.

In particolare la Cassazione con la sentenza n. 30365 del 2018 ha ribadito che “non è configurabile il reato di violenza privata per la semplice ragione che il suddetto reato è un appendice del reato di estorsione dal quale si differenzia per l’assenza dell’ingiusto profitto che, invece, nel caso di specie, è configurabile (richiesta di una somma di denaro non dovuta)”.

Vi è di più. La Cassazione ha aggiunto che “la minaccia è da ritenersi sussistente perché deve oggettivamente ritenersi la frase ‘Se non mi dai i soldi che ti ho chiesto ti rompo la macchina’, essendo poi del tutto irrilevante che la persona offesa non si sia sentita intimidita ma, anzi, dopo avere rifiutato di pagare si recò a denunciare il fatto”.

Parcheggiatori abusivi e reato di estorsione: la sentenza più specifica della Cassazione

In conclusione, con la sentenza n.16030 del 27 maggio 2020 la Cassazione è ritornata sul tema, in modo ancor più specifico, affermando che la sola richiesta di denaro da parte dell’abusivo non è sufficiente per configurare il reato penale d’estorsione: quest’ultimo si delinea esclusivamente nel caso di minaccia di danno fisico o materiale da parte dell’abusivo. La minaccia può concretizzarsi anche in un mero gesto o un semplice comportamento che sia inequivocabilmente intimidatorio.

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Negli altri casi, quelli senza minacce, non resta che chiamare i vigili urbani e segnalare il parcheggiatore abusivo: chiedere i soldi per un parcheggio senza minaccia,infatti, è un illecito amministrativo sanzionato dal Codice della Strada con una pena da 1.000 a 3.500 euro ed è previsto il ritiro delle somme indebitamente percepite.

Nata a Nocera Inferiore il 16 novembre 1989, laureata in giurisprudenza nel 2017 presso l’Università “Federico II” di Napoli, e nel 2019 specializzata in professioni legali. Intraprendente, pragmatica e caparbia rispetto agli obiettivi che si pone. Da sempre attiva nel campo dell’associazionismo a promozione della legalità. Ama cucinare, esplora il mondo viaggiando e colleziona maglie da calcio.

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