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Cinema

Oscar 2019, Green Book: recensione, trama e trailer del film

Un film che unisce la comicità al dramma su uno sfondo di realtà e cronaca. Un’amicizia vera che fa riflettere e commuovere

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Negro Motorist Green Book, oppure The Negro Travelers’ Green Book, è una guida scritta per la prima volta da un impiegato delle poste di New York, Hugo Green. Si trattava di una guida per gli afroamericani residenti negli Stati Uniti, nel Canada o in Messico.

Nonostante molti di questi non possedessero un’automobile, capitava sempre più frequentemente che un viaggiatore di colore si trovava in difficoltà per la strada e allo stesso tempo era difficile che venisse aiutato da un bianco.

Il Green Book è la guida per leggere il suo omonimo film, diretto da Peter Farrelly. Noto regista di commedie come Tutti pazzi per Mary, riesce – con sorpresa – a portarci una pellicola ricca di emozione e profondità. Il viaggio, la guida, la realtà sociale e politica del profondo sud dell’America, sono i temi portanti di Green Book, film del 2018 candidato agli Oscar come Miglior Film.

Green Book, la recensione: un road-movie arricchito da tanti colori e tematiche

Da un lato abbiamo Tony Lip (Viggo Mortensen, famoso per Aragon nella saga fantasy Il Signore degli Anelli) e dall’altro il pianista Don Shirley (Mahershala Ali, vincitore dell’Oscar due anni fa con Moonlight). La loro amicizia è una storia vera, attraverso i racconti di Nick Vallelonga (figlio del protagonista Tony) che ne dirige la sceneggiatura insieme allo stesso Farrelly. Un’amicizia tra un uomo bianco povero e un uomo nero ricco. Due ossimori, due contraddizioni, due anime tormentate.

Green Book ci porterà con loro in un road-movie ricco di risate, lacrime e soprattutto realtà. Tony dovrà perfezionare le sue “pubbliche relazioni”, migliorando il suo carattere. Rustico, spesso e volentieri ignorante, padre di una famiglia numerosa che ha difficoltà ad arrivare a fine mese.

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Don Shirley invece è un pianista e musicista di successo, ma è di colore. Un uomo né abbastanza bianco né abbastanza nero. Rigettato dagli altri afroamericani al ribasso nelle classi sociali americane, ma altrettanto disprezzato dai bianchi per il suo colore della pelle.

Istinti, sentimenti, desideri. Tony e Don Shirley uniscono tutto questo attraverso un rapporto che continuamente si arricchisce nei 130’ di pellicola, il tutto contornato da una critica e da un messaggio, ancora una volta da parte del cinema, riguardo il razzismo e l’integrazione sociale.

Green Book agli Oscar, 5 nomination e tante possibilità di vittorie importanti

Green Book è uno dei favoriti per la vittoria come Miglior Film per la 91° Cerimonia degli Accademy Awards. Vediamo un Viggo Mortensen come forse non mai, candidato come Miglior Attore Protagonista. Un vero peccato, poiché le prestazioni di Rami Malek in Bohemian Rhapsody e Christian Bale in Vice sono ampiamente favoriti per la vittoria finale, ma l’attore di origini danesi vince l’Oscar nei nostri cuori.

Mahershala Ali riuscirà invece a bissare il successo del 2017 che con Moonlight lo consacrò già agli Awards. Anche qui riesce a immedesimarsi in un personaggio difficile, tormentato, da una forte personalità con un’ombra di tristezza e solitudine. È il favorito per la vittoria come Miglior Attore Non Protagonista.

Sarà un testa a testa invece col tanto lodato La Favorita per quanto riguarda la Miglior Sceneggiatura Originale. Green Book ha dalla sua dei dialoghi veramente ben fatti, arricchiti dal linguaggio italo-americano di Tony. La prestazione di Viggo Mortensen infatti, nonostante un ottimo doppiaggio italiano, è maggiormente apprezzabile in lingua originale.

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D’altro canto la storia sembra rallentare un po’ nella parte centrale della pellicola, lasciando solo accennati alcuni aspetti che sarebbe stato meglio approfondire. Come per esempio la tematica dell’omosessualità.

La pellicola è anche candidata come Miglior Montaggio, ma per quest’ultima le chance di vittoria ci risultano piuttosto basse.

Green Book, la trama del film: uno stato sociale che è bene non dimenticare

Il film di Peter Farrelly è probabilmente quello che più di ogni altro film dell’anno riesce a non far distrarre. Ci riesce grazie a dell’ottimo intrattenimento, tante risate saranno scaturite dagli scambi tra Tony e Don Shirley, appartenenti a due mondi praticamente opposti. Ci riesce grazie a momenti davvero toccanti e profondi, senza risparmiarsi dal linguaggio forte e graffiante, accompagnato da momenti di vera violenza, sia fisica che psicologica.

È un film completo che potrà diventare un cult, forse addirittura anche per il Natale. Quel film da vedere in famiglia ma che lascia più di un pensiero in ogni spettatore. Grazie a una regia sorprendentemente di alto livello, due grandi attori che ci offrono due eccellenti performance, musiche che toccano le corde giuste.

Un film completo come pochi negli ultimi anni, evidenziando uno stato sociale che è bene non dimenticare e da cui saper ripartire, non solo per lo stato americano. Un’amicizia con la A maiuscola che fa da esempio, evidenziando il viaggio sulle strade come il viaggio dentro se stessi, come una crescita. Un film che fa crescere anche lo spettatore, portandoselo con sé in una guida variopinta, per una vita di tutti i colori.

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Nato a Belvedere Marittimo (CS) il 06/05/1994. Da sempre appassionato di scrittura e giornalismo. Scrive su quelle che sono le sue più grandi passioni: sport, media, Tv e soprattutto cinema. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Salerno e attualmente studente della laurea specialistica Corporate Communication & Media.

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