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Cronaca

USA, dove essere nero è un reato: ancora oggi si muore così

La storia di George Floyd riporta in auge un dibattito tutt’altro che sopito. La polizia di Minneapolis, ma soprattutto gli States, escono tutt’altro che puliti da questa vicenda

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Derek Chauvin

Il titolo provocatorio non lascia spazi a interpretazioni: in America, ancora oggi, si muore con l’unica colpa di essere nati neri. Lo sa benissimo George Floyd, morto schiacciato dal ginocchio di un agente che non ha ascoltato le sue grida di aiuto. È accaduto a Minneapolis, Minnesota, il 26 maggio 2020.

“Non riesco a respirare. Ti prego, ti prego, non respiro. Togli il ginocchio dal collo, ti prego, non respiro. Ti prego, non uccidermi. Mamma, mamma!”

Queste sono state le ultime parole di Floyd, riportate in un video diventato virale che non condivideremo. Per ben otto minuti l’agente ha tenuto il suo peso sul collo di quest’uomo. Secondo alcune fonti, la polizia era stata avvisata della presenza di un uomo sospetto in un auto, probabilmente sotto effetto di qualche droga. Pare che l’uomo avesse cercato di usare anche dei documenti falsi in un’attività, poco prima della sua morte.

Nessun motivo, tuttavia, potrebbe mai giustificare una pubblica esecuzione, sotto gli occhi dei passanti inermi, che nulla potevano fare contro i 4 poliziotti, ora licenziati, che minacciavano di usare il teaser se si fossero avvicinati.

“Quello che ho visto è terribile. Quell’uomo non avrebbe dovuto morire. Essere un nero in America non dovrebbe essere una sentenza di morte”, questo è stato il commento del sindaco di Minneapolis, Jacob Frey. La polizia ha avviato un’indagine ma ha definito il caso un “incidente medico”. Richiesto l’intervento dell’FBI.

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Altri casi simili in questi anni si sono verificati e sono stati denunciati anche attraverso i media e le serie TV. Orange Is The New Black, serie TV che racconta la realtà delle carceri americane, mostra un episodio molto simile a quello verificatosi a Minneapolis.

Gli Usa non ne escono puliti da questa storia: il paese che maggiormente vanta di “esportare democrazia” sembra invece esportare e importare soltanto morte.

Nata a Nocera Inferiore il 3 dicembre 2000, è giornalista praticante presso ZetaNews. Diplomata al Liceo Classico "Marco Galdi" nel 2019, dallo stesso anno è studentessa di Lettere Classiche presso l’Università degli studi di Salerno. Appassionata di scrittura creativa, ha partecipato a diversi concorsi letterari: nel 2016 si è classificata terza al concorso “le parole sono ponti” e nel 2019 si è classificata seconda al Premio Badia di Cava De’ Tirreni. Ama i libri, l’arte e raccontare le ingiuste condizioni del patrimonio artistico della città in cui vive. “Figlia” del Pirandello giornalista, cerca di non fermarsi mai alla narrazione superficiale degli eventi. «E mentre il sociologo descrive la vita sociale qual essa risulta dalle osservazioni esterne, l’umorista armato del suo arguto intuito dimostra, rivela come le apparenze siano profondamente diverse dall’essere intimo della coscienza degli associati». (Pirandello, saggio sull’umorismo)

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