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Chiesa, Zuppi contro il Governo sull’8×1000: “Scelta unilaterale, si rompe l’equilibrio”

Il presidente della Cei critica l’intervento dell’esecutivo. Palazzo Chigi replica: “Solo una nuova finalità, nessuna lesione del patto”. Ma la polemica cresce anche sul fronte politico

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Piazza San Pietro Vaticano

Il confronto tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Governo si è acceso attorno a una questione tanto tecnica quanto delicata: la gestione delle risorse dell’8 per mille dell’Irpef. Un meccanismo, introdotto negli anni ’80, che permette ai contribuenti di destinare una quota delle proprie imposte a finalità religiose o sociali. Ed è proprio su queste finalità che, secondo la Cei, il Governo sarebbe intervenuto in modo scorretto sull’8×1000 alla Chiesa Cattolica.

A sollevare la questione è stato il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che durante un convegno nazionale tenutosi nel capoluogo emiliano ha espresso con parole nette la sua posizione: «Siamo delusi dalla decisione del Governo di modificare in modo unilaterale le finalità dell’8×1000 di competenza statale. Una scelta che rompe la logica pattizia su cui si basa questo strumento e che danneggia tutte le confessioni religiose che hanno sottoscritto intese con lo Stato».

Il riferimento è all’inserimento, da parte del Governo Meloni nel 2023, di una sesta finalità per l’utilizzo dei fondi statali: il sostegno alle comunità di recupero per tossicodipendenti e persone affette da dipendenze. Un’aggiunta che, secondo Palazzo Chigi, non avrebbe nulla di straordinario. «Non c’è stata alcuna forzatura – hanno fatto sapere fonti del Governo –. La possibilità per i contribuenti di scegliere come destinare l’8×1000 allo Stato risale al 2019, durante il secondo governo Conte. L’esecutivo attuale ha solo esteso l’elenco con una nuova finalità sociale».

8×1000 alla Chiesa Cattolica, Zuppi: “Alterato il funzionamento del sistema”

Ma la Cei non condivide questa lettura. Zuppi ha ribadito che la modifica, pur nella sostanza apparentemente condivisibile, è stata introdotta senza alcun confronto e «alterando il funzionamento di un sistema che ha garantito per decenni un equilibrio tra Stato e Chiese». Un sistema, ha ricordato il porporato, nato con l’intesa del 1984 e rafforzato dalla legge 222 del 1985, che ha segnato la fine della “congrua” per i sacerdoti e l’inizio di un nuovo rapporto fondato su trasparenza, corresponsabilità e libertà di scelta da parte dei cittadini.

Il tema ha acceso anche il dibattito politico. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha parlato di una scelta “arrogante” e “incomprensibile” da parte del Governo, legandola alle tensioni con la Cei su altri temi, come quello dei migranti. Sulla stessa linea il senatore Enrico Borghi, che ha definito il provvedimento una dimostrazione dell’“insofferenza del Governo verso i corpi intermedi”.

Più distensivo l’intervento del vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, che ha cercato di ridimensionare la polemica: «Non è successo nulla di anomalo. Parte di quei fondi andranno comunque a strutture spesso gestite dalla Chiesa. È un dibattito aperto, stiamo dialogando».

Intanto, dal convegno di Bologna – promosso dall’Istituto centrale per il sostentamento del clero – è arrivato anche un richiamo alla necessità di rendere più efficiente la gestione del patrimonio ecclesiastico. «Serve più efficacia – ha detto Zuppi –. Se per questo dovremo unire più Istituti, facciamolo. È un passo in avanti, non un arretramento». Il vescovo Luigi Testore ha parlato di una possibile revisione degli assetti territoriali per rendere la gestione dei beni più sostenibile e trasparente.

Nato a Nocera Inferiore il 10 febbraio 1994, è fotoreporter e giornalista nel settore dell'informazione sportiva. Laureato con lode in Scienze della Comunicazione nel 2016 presso l'Università degli Studi di Salerno, e nel 2018 in Corporate Communication e Media nello stesso ateneo. Passionale, creativo, amante della comunicazione face-to-face, è da sempre patito di calcio, del quale è affascinato in ogni sua sfaccettatura. Ha praticato la pallacanestro a livello agonistico per diversi anni. Tra i suoi hobby non si possono tralasciare la musica, la fotografia e la cucina.

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