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Politica

Iran, poteri ad interim ai pasdaran: Khamenei isolato, avanza il figlio Mojtaba

Secondo fonti dell’opposizione in esilio, l’Ayatollah avrebbe trasferito temporaneamente parte dei suoi poteri al potente Corpo dei Guardiani della Rivoluzione. Intanto, cresce il ruolo del figlio come potenziale erede

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Bandiera Iran

L’Iran è entrato in una fase delicatissima della sua storia contemporanea. Secondo quanto riportato da Iran International, testata vicina all’opposizione in esilio, l’ayatollah Ali Khamenei avrebbe trasferito alcuni dei suoi poteri esecutivi al Consiglio supremo dei Guardiani della Rivoluzione, meglio noti come pasdaran. Una decisione che rivelerebbe le crescenti difficoltà della Guida suprema nel gestire in tempo reale le leve del potere dal bunker segreto in cui sarebbe stato trasferito insieme alla sua famiglia. La decisione arriverebbe, ovviamente, nell’ambito dell’oramai conclamata guerra tra Iran e Israele.

La notizia, se confermata, avrebbe implicazioni enormi. Khamenei è alla guida della Repubblica Islamica dal 1989 ed è considerato la massima autorità politica e religiosa del Paese. L’ipotesi di un suo temporaneo passo indietro evidenzia una transizione sotterranea, di cui il potenziamento dei pasdaran e l’ascesa del figlio Mojtaba Khamenei potrebbero essere i segnali più evidenti.

Chi sono i pasdaran, e qual è il loro significato politico

I pasdaran (dal persiano “guardiani”) rappresentano una delle strutture più influenti e temute della Repubblica Islamica. Fondati ufficialmente il 5 maggio 1979, all’indomani del ritorno in patria dell’ayatollah Khomeini, nascono come milizia ideologica a difesa della rivoluzione islamica. Oggi costituiscono un potente corpo militare e politico, noto a livello internazionale come IRGC – Islamic Revolutionary Guard Corps.

Nel corso dei decenni, i pasdaran hanno assunto un ruolo sempre più centrale nel sistema di potere iraniano. Contano circa 210.000 uomini suddivisi in forze di terra, aeronautica e marina, oltre al controllo diretto di milizie paramilitari come i basiji. Accanto a queste, operano unità speciali come le Forze Quds, coinvolte in operazioni extraterritoriali, anche clandestine, spesso legate al sostegno di gruppi armati in Medio Oriente.

Non vanno confusi con il Consiglio dei Guardiani della Costituzione, che ha invece funzioni legislative e giudiziarie.

Un potere che va oltre l’apparato militare

Ma la vera forza dei pasdaran risiede nella loro pervasività. Hanno influenza sulla politica, sull’economia, sull’intelligence, sul sistema giudiziario e persino sulle telecomunicazioni. Hanno detenuto o controllano direttamente centinaia di imprese pubbliche e private, con interessi strategici nei settori del petrolio, delle infrastrutture, dell’edilizia e delle tecnologie. Secondo alcune stime, gestirebbero circa un terzo dell’economia iraniana.

In Parlamento, in passato, oltre un terzo dei deputati proveniva dalle loro file. Anche diversi presidenti e ministri, tra cui Mahmoud Ahmadinejad, hanno avuto un passato nei pasdaran.

Pasdaran in Iran, da Teheran a Damasco: l’export della rivoluzione

Oltre ai confini iraniani, i pasdaran operano attraverso le Forze Quds, colpite da Israele, e vera longa manus dell’influenza iraniana in Medio Oriente. Hanno sostenuto Hezbollah in Libano, il regime di Bashar al-Assad in Siria, gruppi sciiti in Iraq e Yemen. Sono accusati da Stati Uniti, Israele e altri Paesi di attività terroristiche e destabilizzazione regionale. Dal 2019, gli Stati Uniti li considerano ufficialmente un’organizzazione terroristica.

A capo delle Forze Quds c’era il leggendario generale Qasem Soleimani, ucciso nel 2020 da un drone americano a Baghdad. Oggi al suo posto c’è il generale Esmail Qaani.

Chi comanda oggi i pasdaran in Iran?

Dopo la morte di Hossein Salami nel 2025, il comando del Corpo è stato affidato ad interim al generale di brigata Mohammad Pakpour, veterano delle operazioni nel Kurdistan e già a capo delle forze di terra dell’IRGC. È lui a guidare, almeno formalmente, l’organizzazione in un momento cruciale per la stabilità interna.

Tuttavia, nel sistema iraniano, il comandante supremo delle forze armate è la Guida suprema, quindi Khamenei stesso. Il temporaneo trasferimento di poteri ai vertici dei pasdaran lascia intendere una progressiva militarizzazione della governance, in un momento in cui il Paese è scosso da tensioni economiche, pressioni internazionali e un malcontento popolare crescente.

Mojtaba Khamenei, l’ombra del successore

Parallelamente, il nome del figlio di Khamenei, Mojtaba, circola da anni come possibile erede della guida suprema. Figura riservata, priva di incarichi ufficiali ma con influenze profonde nell’apparato religioso e nei pasdaran, Mojtaba sarebbe sempre più coinvolto nella gestione del potere.

Il suo eventuale insediamento, tuttavia, non sarebbe privo di ostacoli: l’Iran è una repubblica islamica e non una monarchia, e la successione dinastica potrebbe innescare resistenze sia all’interno del clero sia tra le stesse élite dei Guardiani.

Nato a Nocera Inferiore il 10 febbraio 1994, è fotoreporter e giornalista nel settore dell'informazione sportiva. Laureato con lode in Scienze della Comunicazione nel 2016 presso l'Università degli Studi di Salerno, e nel 2018 in Corporate Communication e Media nello stesso ateneo. Passionale, creativo, amante della comunicazione face-to-face, è da sempre patito di calcio, del quale è affascinato in ogni sua sfaccettatura. Ha praticato la pallacanestro a livello agonistico per diversi anni. Tra i suoi hobby non si possono tralasciare la musica, la fotografia e la cucina.

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