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Calcio

Coronavirus, Lippi: “Italia, vinceremo come ai Mondiali del 2006”

Il ct campione del mondo racconta di come i suoi ragazzi riuscirono a trarre coraggio dalla grave situazione in cui versava il calcio italiano. Da qui, l’analogia con la battaglia per sconfiggere quest’epidemia

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Marcello Lippi

L’Italia è in ginocchio per l’emergenza Coronavirus. La guerra contro il nemico invisibile è aperta e gli italiani la stanno combattendo a muso duro e con grande determinazione. Sul momento difficile del bel paese ha parlato Marcello Lippi, commissario tecnico dell’Italia Campione del Mondo 2006.

L’ex allenatore azzurro ha detto la sua riguardo il momento difficile che sta vivendo il nostro paese, cercando di spronare il popolo italiano ad avere coraggio.

Coronavirus, l’incoraggiamento di Marcello Lippi

Lippi ha preso come esempio il Mondiale 2006. In quella occasione l’Italia arrivò in Germania con il morale sotto i tacchi dopo lo scandalo calciopoli e di certo non tra le favorite per la vittoria finale. Proprio quella grave situazione che stava vivendo il calcio italiano fece da carburante per aumentare le motivazioni dei giocatori, che riuscirono nell’impresa di diventare campioni del mondo.

Da qui parte l’analogia con l’emergenza che sta affrontando il Bel Paese:

“Il problema del virus è continentale, anzi planetario: se ne può uscire solo insieme, senza egoismi e chiusure. Come una partita all’ultimo rigore? Più o meno, sì. Ai Mondiali del 2006 prendemmo coraggio dopo le prime vittorie, quelle che io definisco dell’autostima.”

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La soluzione dell’ex tecnico azzurro per acquisire fiducia in questa lotta:

“Battemmo in amichevole Olanda e Germania, sapevamo di essere in forma. Ricordo che i miei giocatori dicevano “siamo forti, cavolo!” e lo diventammo ancora di più dopo quel casino di Calciopoli. Lo sport è un esempio da seguire. In questo momento, come in Germania tanti anni fa, avremmo bisogno dei primi risultati, di qualche numero finalmente incoraggiante, qualche statistica positiva: e allora riprenderemmo coraggio come l’Italia prima della finale contro la Francia. Sentivamo che ce l’avremmo fatta e anche adesso ce la faremo”.

Nato ad Avellino nel maggio '95 è un giornalista, attivista antimafia e talvolta scrittore un po' troppo malinconico. Grande appassionato di sport, divoratore di libri e ascoltatore incallito dei Pearl Jam.

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