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Calcio

Maurizio Sarri, un Hombre Vertical per la Juventus

La rivoluzione è cominciata e la vecchia signora riparte dal Sarrismo

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Sarri allenatore Juventus

Un’attesa lunghissima, indiscrezioni, conferme, smentite. Ma alla fine si è arrivati alla conclusione: Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Juventus. Il tecnico toscano si siederà sulla panchina lasciata vacante da Massimiliano Allegri ed avrà l’arduo compito di alzare l’asticella a livello europeo. Una notizia che però non tutti hanno preso nel migliore dei modi, il suo passato da “Comandante” napoletano non si può di certo dimenticare.

Maurizio Sarri, dalla seconda categoria alla Juventus

La Vecchia Signora dopo l’ottavo scudetto consecutivo ed un’ennesima cocente eliminazione in Champions League ha deciso di separarsi da Max Allegri. Agli occhi dei più, questi sono stati i motivi di una separazione abbastanza clamorosa. Ed invece no.

Le critiche del “la Juve vince, ma gioca male” risuonavano nella testa di Agnelli, Nedved e Paratici. La sensazione era sempre quella di aver vinto a metà, e l’estetica del gioco era ormai divenuta un’ossessione. Chi poteva prendere in mano una situazione del genere e soddisfare queste richieste? Si, il solo Sarri.

Abbiamo tutti negli occhi gli anni al Napoli, con una squadra capace di incantare tutti. Fraseggio, possesso palla, manovre offensive spumeggianti. Queste, unite al suo essere viscerale, ad ergersi da capopopolo, riuscirono a creare una corrente “filosofica”, il “Sarrismo”.

Il suo gioco ha conquistato gli occhi degli appassionati, il suo essere ha conquistato i cuori di tutti coloro che amano il calcio. E si sa che la gente di Napoli, se ama, lo fa alla follia. Maurizio, o meglio, ” ‘o Comandante” è divenuto in breve tempo il simbolo della lotta al potere rappresentato dalla Juventus, vincente ed inarrestabile, la guida di un popolo che voleva ritornare alla ribalta a conquistare quello scudetto sognato ormai ad occhi aperti.

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Il suo passaggio al Chelsea non aveva minato il suo rapporto con la città partenopea. Si dice che ci sia qualche napoletano che abbia smesso di seguire il Napoli e sia diventato tifoso del club londinese.

Tutto molto bello, fino ad oggi. L’incubo di ogni tifoso dal cuore azzurro si è materializzato: Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Juventus. Questa notizia ha generato un’onda anomala di delusione ed indignazione. Ma come si fa a biasimare, a mettere in dubbio la scelta del tecnico toscano?

Facciamo un passo indietro. Otto anni fa, nel 2011, Sarri era alla guida del Sorrento che militava in Serie C. Verso la metà del campionato venne esonerato. Otto anni dopo si è ritrovato ad essere richiesto da una delle squadre più forti del panorama europeo. Rifiutare un’occasione del genere, alla veneranda età di 60 anni sarebbe stato da folli.

C’è chi lo ha definito un tradimento, la caduta dell’ideale del Sarrismo. Assolutamente no, è solo arrivata l’occasione della vita per un vero lavoratore, che ha conosciuto i campi più disastrati d’Italia, dove l’acqua devi portartela da casa tua. Una gavetta lunghissima, una carriera costruita sulla meritocrazia, grazie alle sue grandi capacità, senza mai un aiuto. Tutto questo dopo aver abbandonato il lavoro da banchiere. Chi lo avrebbe mai fatto?

La scelta della società bianconera non è una scelta, ma una rivoluzione. Si è deciso di dare una scossa ad un ambiente da sempre molto rigido, passando da giacca e cravatta a tuta e sigaretta. Sarri avrà bisogno di tempo, ma la sensazione è che ci divertiremo un sacco.

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Nato ad Avellino nel maggio '95 è un giornalista, attivista antimafia e talvolta scrittore un po' troppo malinconico. Grande appassionato di sport, divoratore di libri e ascoltatore incallito dei Pearl Jam.

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