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Cinema

Verso gli Oscar 2018: ‘The Shape of Water’ di Guillermo del Toro

Guillermo del Toro descrive attraverso una fiaba cinematografica d’altri tempi la forma dell’acqua, complessa e vasta come la moltitudine dei generi narrativi rimarcati e tra gli spunti di una società violenta e ristretta.

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The Shape of Water, locandina

La magia di Giullermo del Toro si presenta alla 90° Cerimonia degli Oscar con il primato di 13 candidature.

Tra queste, ovviamente quella come Miglior Film e Miglior Regia per un film originale timbrato dal regista messicano che inscena una fiaba cinematografica.

Una Guerra Fredda tra colori accesi The Shape of Water, acqua

Siamo a Baltimora, anno 1962. I laboratori governativi dell’America analizzano e preventivano quelle della comunità russa a seguito dei primi lanci spaziali orbitali. Nel laboratorio lavora Elisa (Sally Hawkins), affetta da mutismo a causa della recisione delle corde vocali fin dall’infanzia. Accanto a lei c’è Zelda (Octavia Spencer), donna di colore autoritaria e docile.

Sopraggiungono il colonnello Strickland (Michael Shannon) al quale è affidata la custodia di una misteriosa creatura. Un ibrido tra uomo e pesce dalle capacità comunicative e fisiche ancora ignote. Una possibile arma russa e al tempo stesso una minaccia per gli USA complessa da contenere. Dimitri, sotto le sembianze del Dott. Hoffstelter (Michael Stuhlbarg) è una spia russa che studia da vicino l’anfibio-umanoide, cercando di scovarne l’animo.

The Shape of Water: Una miscela di generi narrativi, come il mare e l’amore

La fanno da padrone i colori e la fotografia. In primis il verde, caratterizzante per la realizzazione accurata degli anni sessanta. Dopodiché il blu, colore del mare e dell’habitàt della misteriosa creatura. Infine il rosso, il colore dell’amore, quello che legherà Elisa alla creatura modificata con CGI sotto le prestazioni di Doug Jones.

Una trama non troppo complessa viene articolata magistralmente da un ispirato Guillermo del Toro che in 123′ cambia continuamente le redini del genere narrativo di riferimento.

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The Shape of Water è romantico, ma allo stesso tempo drammatico. Si maschera da thriller e spionaggio in alcuni aspetti, soprattutto nel rapporto difficile tra Strickland e Dimitri. Dopodiché si rafforza con una componente comica supportata da un ottimo Richard Jenkins nei panni di Giles.

Giles è un anziano omosessuale con serie difficoltà a inserirsi nella società. Uno dei pochi veri amici di Elisa, anch’ella vittima – a causa del mutismo – di una società chiusa e selettiva. A un certo punto anche un tocco di musical, rendendo The Shape of Water una forma d’arte in toto e un omaggio al buon cinema.

La pellicola non rinuncia mai a moralizzare gli eventi e i suoi personaggi. Ognuno di essi trova spazio e tempo per comunicare allo spettatore la propria anima, descrivendo e denunciando la società di quei tempi, non troppo distante per maturità da quella attuale. Del Toro denuncia le mentalità ristrette e l’incapacità di perfezionare la comunicazione.

Eppure i due personaggi principali del film, Elsa e l’uomo-pesce, comunicano il tutto senza pronunciar parola. Una comunicazione forte ed efficace accompagnata dai colori sempre ben contestualizzati, da una colonna sonora dolce e fiabesca e soprattutto grazie a una regia spesso più protagonista del resto.

The Shape of WaterCosa resta di questo film, tra i tanti spunti e le tante candidature

The Shape of Water è candidato a 13 statuette. Per la categoria Miglior Film le possibilità sono alte, rendendolo uno dei favoriti. Altrettante opportunità – se non maggiori – per la Miglior Regia, dove Guillermo del Toro realizza probabilmente il suo lungometraggio migliore dal punto di vista artistico e tecnico.

Sally Hawinks è candidata per Miglior Attrice Protagonista, ma nonostante una prova pressoché perfetta per ciò che richiedeva il ruolo, la vittoria dovrebbe convergere per un’altra attrice di un altro film di cui presto vi parleremo.

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Richard Jenkins grazie al suo personaggio testimone degli stereotopi, Giles, è candidato come Miglior Attore non Protagonista. Per quanto probabilmente Michael Shannon meritava al suo posto tale candidatura, visto il modo in cui il Colonnello Strickland riesce a racchiudere in sè tutti i problemi di una società tormentata dal diverso e dall’incapacità di percepire i punti di vista altrui.

Octavia Spencer è nuovamente candidata come Miglior Attrice non Protagonista. Ormai affermata, la Spencer raffigura sempre un personaggio quasi cliché: forte, autorevole e pronta a combattere, a discapito del suo colore della pelle e in avversità con le condizioni sociali di riferimento.

Curioso come, proprio un anno fa, era candidata per la stessa categoria dal film Il Diritto di Contare, ambientato anch’esso negli anni ’60 durante gli esperimenti spaziali della NASA.

Inoltre, statuette papabili per The Shape of Water nelle categorie Miglior Colonna Sonora, Miglior Fotografia, Miglior Scenografia, Migliori Costumi, Montaggio, Sonoro e Montaggio Sonoro.

The Shape of Water: La forma dell’acqua prende la forma che gli si dà

Ma ciò che resterà maggiormente da questa perla di The Shape of Water è la vastità. La capacità del regista di spostare il genere narrativo senza confondere lo spettatore, anzi, soddisfacendolo abbondantemente.

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La vicenda riesce a spalmarsi bene sia nei discorsi tra i personaggi che nelle scene più frenetiche, trova il tempo per dar spazio alla poesia, immergendosi in una fiaba tra sogno e realtà.

The Shape of Water è un film che ci immerge nell’oceanica complessità dell’amore, dimostrando che per cavalcare l’onda giusta è necessario saper comunicare e comprendere la comunicazione altrui.

Un mare sporco di rosso. Rosso come l’amore tra i due protagonisti, ma anche come il rosso del sangue che macchia una società che desidera indebolire gli avversari piuttosto che accrescere se stessa.

Fino ad affondare negli abissi del dramma, come ineluttabilmente fa ogni amore inseguito e sofferto, e come fa ogni essere (umano o marino che sia) che non sa o non vuole comunicare.

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Nato a Belvedere Marittimo (CS) il 06/05/1994. Da sempre appassionato di scrittura e giornalismo. Scrive su quelle che sono le sue più grandi passioni: sport, media, Tv e soprattutto cinema. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Salerno e attualmente studente della laurea specialistica Corporate Communication & Media.

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