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Salute

Coronavirus, la lezione del filosofo e sociologo Umberto Galimberti

Non parla di paura, dato che quest’epidemia non è qualcosa di determinato. Non esclude nessuno, non mostra verità inoppugnabili. Lo studioso ci insegna ancora una volta l’unica soluzione: usiamo saggezza in ogni scelta che prendiamo

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Il dilagare del coronavirus CoVid-19 in Italia ha scatenato una vera e propria psicosi tra la popolazione. Le persone hanno bisogno di risposte, ma queste, al momento, sono confuse, e non totalmente esaurienti. I media informano e confondono, e alcuni sembrerebbero alimentare questo stato d’animo.

Così, uomini di cultura e uomini di scienza cercano di contenere il propagarsi di informazioni false o fuorvianti con commenti chiari e concisi. 

Quando un grande filosofo e sociologo come Umberto Galimberti parla degli effetti del coronavirus in Italia sulla popolazione, chiarisce che non è corretto parlare di paura, dal momento che per paura si intende un meccanismo di difesa in risposta a un pericolo determinato.

Il coronavirus, difatti, non è un qualcosa di determinato. Non è chiaro infatti da dove arrivi (molte sono le ipotesi in merito) e può essere trasmesso a chiunque da chiunque. Non esiste insomma, come in tutte le cose, un capro espiatorio contro cui riversare tutta la propria paura. Essendo il pericolo non determinato, quindi, si tratta più che altro di angoscia. 

A detta del filosofo, gli Stati europei hanno determinato questo pericolo, individuando quest’ultimo nell’Italia. Ma presto dovranno affrontare quest’emergenza, passando così anch’essi dal provare paura (verso l’Italia, in questo senso) al provare angoscia. 

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Quest’emergenza riguarda tutti: la politica, la popolazione e la sanità. Galimberti non propone soluzioni, non ci mostra verità inoppugnabili. Quello che il filosofo intende sottolineare è la necessità di mediare tra le varie parti (politica, popolazione e sanità, al fine di gestire la situazione al meglio.

Rifacendosi ad Aristotele, il filosofo invita a usare saggezza nelle scelte da prendere. In questo modo, si potrà evitare di cedere all’angoscia e ci si potrà risollevare da una situazione difficile. 

Nata a Nocera Inferiore il 3 dicembre 2000, è giornalista praticante presso ZetaNews. Diplomata al Liceo Classico "Marco Galdi" nel 2019, dallo stesso anno è studentessa di Lettere Classiche presso l’Università degli studi di Salerno. Appassionata di scrittura creativa, ha partecipato a diversi concorsi letterari: nel 2016 si è classificata terza al concorso “le parole sono ponti” e nel 2019 si è classificata seconda al Premio Badia di Cava De’ Tirreni. Ama i libri, l’arte e raccontare le ingiuste condizioni del patrimonio artistico della città in cui vive. “Figlia” del Pirandello giornalista, cerca di non fermarsi mai alla narrazione superficiale degli eventi. «E mentre il sociologo descrive la vita sociale qual essa risulta dalle osservazioni esterne, l’umorista armato del suo arguto intuito dimostra, rivela come le apparenze siano profondamente diverse dall’essere intimo della coscienza degli associati». (Pirandello, saggio sull’umorismo)

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