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Costume

Balenciaga, il direttore creativo Gvasalia per l’Ucraina: “Dolore eterno, show dedicato alla pace”

Balenciaga è diventato il primo marchio della settimana della moda di Parigi a fare una dichiarazione di solidarietà con l’Ucraina. Le toccanti parole del suo direttore creativo

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Guerra Ucraina Russia Kiev

“Questo show non necessita spiegazioni. È una dedica al non aver paura, alla resistenza, alla vittoria dell’amore e della pace”. Sono le parole del direttore creativo di Balenciaga Demna Gvasalia nel suo emozionante discorso per l’Ucraina. Il fashion designer georgiano, molto attivo sul fronte umanitario, ha dedicato un pensiero al popolo ucraino colpito dall’invasione della Russia.

Discorso Ucraina Demna Gvasalia: il testo di quanto detto dal direttore creativo Balenciaga

Balenciaga è diventato qualche giorno fa il primo marchio della settimana della moda di Parigi a fare una dichiarazione di solidarietà con l’Ucraina. In vista di uno spettacolo in programma per domenica, il marchio ha dichiarato che “avrebbe aperto le nostre piattaforme nei prossimi giorni per segnalare e trasmettere le informazioni sulla situazione in Ucraina”. Balenciaga ha anche fatto una donazione al Programma alimentare mondiale per sostenere il popolo ucraino.

Ma a colpire particolarmente è il discorso di Demna Gvasalia, direttore creativo del brand, per l’Ucraina. Queste le sue toccanti dichiarazioni: “La guerra in Ucraina ha riattivato un dolore post trauma che ho portato con me sin dal 1993, quando la stessa cosa è successa nel mio Paese e io sono diventato un eterno rifugiato. Eterno perché c’è qualcosa che resta per sempre con te. La paura, la disperazione, la consapevolezza che nessuno ti voglia. Ma ho anche realizzato quello che realmente conta nella mia vita, le cose più importanti, come la vita stessa e l’amore e la compassione tra gli uomini”, le parole del direttore creativo di Balenciaga.

Demna Gvasalia si è poi concentrato sul suo show: “È per questo che lavorare allo show questa settimana è stato estremamente difficile per me. Perché in un momento come questo la moda perde il suo peso e il suo diritto di esistere. La fashion week sembra qualcosa di assurdo. Ho pensato a un certo punto di cancellare lo show sul quale ho lavorato duramente con il mio team e che tutti aspettavamo. Ma poi ho realizzato che farlo avrebbe significato arrendersi al male che mi ha già ferito così tanto per quasi 30 anni. Ho deciso che non posso più sacrificare parti di me per questa guerra di ego senza senso e senza cuore”.

Nato a Nocera Inferiore il 10 febbraio 1994, è fotoreporter e giornalista nel settore dell'informazione sportiva. Laureato con lode in Scienze della Comunicazione nel 2016 presso l'Università degli Studi di Salerno, e nel 2018 in Corporate Communication e Media nello stesso ateneo. Passionale, creativo, amante della comunicazione face-to-face, è da sempre patito di calcio, del quale è affascinato in ogni sua sfaccettatura. Ha praticato la pallacanestro a livello agonistico per diversi anni. Tra i suoi hobby non si possono tralasciare la musica, la fotografia e la cucina.

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