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Cronaca

Istanbul, attesi i colloqui tra Russia e Ucraina. Ma il vertice si svuota: “Una farsa”

Zelensky invia il ministro della Difesa. Putin resta assente. Trump: “Non succederà nulla finché non ci incontriamo”

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Presidente Zelensky

Istanbul avrebbe dovuto ospitare un momento cruciale nella ripresa del dialogo tra Mosca e Kiev. Ma le premesse, nelle ultime ore, si sono rapidamente sgretolate. Alle 10 ora locale (le 9 in Italia) è previsto l’avvio dei colloqui tra le delegazioni russa e ucraina, come annunciato dal capo negoziatore russo Vladimir Medinsky. “Dalle 10, aspetteremo la parte ucraina”, ha dichiarato, citato dall’agenzia Ria Novosti.

Scontro verbale tra Kiev e Mosca

Sul tavolo, il tentativo di riaprire un canale di confronto diretto dopo mesi di tensione. Ma la composizione delle delegazioni e l’assenza dei principali leader hanno già fatto deragliare le aspettative. Il presidente russo Vladimir Putin ha declinato l’invito, delegando l’incontro a Medinsky. Una scelta che ha sollevato critiche da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, giunto in Turchia per un bilaterale con Erdogan, ma che ha deciso di non presenziare direttamente ai colloqui. Al suo posto, sarà il ministro della Difesa Rustem Umerov a rappresentare l’Ucraina.

“È la prova che Mosca non è seria”, ha affermato Zelensky. “I russi offrono una delegazione di basso livello, ma per rispetto del presidente Trump e del presidente Erdogan, saremo a Istanbul”. Un modo per sottolineare, secondo Kiev, la volontà di compiere “i primi passi verso la de-escalation e la fine della guerra”.

Le posizioni internazionali: Europa prudente, Usa incerti

Ma a rendere ancora più incerto lo scenario è stato l’intervento di Donald Trump, che dalla sua missione in Medio Oriente ha chiarito la propria posizione: “Non succederà nulla finché io e Putin non c’incontreremo”, ha dichiarato dal bordo dell’Air Force One. I colloqui, dunque, saranno affidati alle sole delegazioni, senza il supporto diretto delle massime cariche politiche.

A peggiorare il clima, anche un duro scambio di accuse. Dopo che Zelensky ha definito l’arrivo di Medinsky “una farsa”, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha replicato bollando il leader ucraino come “un clown, un fallito, una persona dall’istruzione sconosciuta”. Un botta e risposta che rivela quanto sia fragile il terreno su cui si tenta di ricostruire il dialogo.

Dal canto suo, Mosca prova a rilanciare un’immagine di apertura. “Siamo pronti a discutere e a possibili compromessi”, ha sottolineato Medinsky, nel tentativo di diffondere un messaggio di ragionevolezza rivolto soprattutto a Trump e ai Paesi del cosiddetto sud globale, dove il Cremlino cerca di dimostrare di non essere isolato.

I negoziati di Istanbul vedranno la mediazione di Stati Uniti e Turchia. L’obiettivo principale per l’Ucraina resta l’imposizione di un cessate il fuoco incondizionato della durata di 30 giorni. Ma l’intesa appare lontana. La Francia, nel corso della ministeriale Esteri di Antalya, ha ribadito che una tregua resta una precondizione fondamentale per arrivare alla pace. Mosca, invece, mira a discutere “tutto per tutto”, mentre gli Stati Uniti mostrano un atteggiamento oscillante.

Intelligence Usa: Mosca prepara una nuova offensiva

Il segretario di Stato Marco Rubio, anch’egli presente ad Antalya, ha raffreddato le aspettative: “Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni, ma vogliamo vedere progressi. Il presidente è stato chiaro: la guerra deve finire ed è aperto a qualsiasi meccanismo che porti a una pace giusta e duratura”.

Tuttavia, all’orizzonte si intravedono nuovi segnali d’allarme. Secondo la CNN, che cita fonti dell’intelligence statunitense, la Russia starebbe ammassando forze lungo la linea del fronte in vista di una possibile offensiva. “Putin cercherà di prendere tutto il territorio possibile fino alla periferia di Kiev”, ha dichiarato uno dei funzionari coinvolti. Una prospettiva che riaccende i timori di una nuova escalation militare.

L’Europa, intanto, si interroga sul da farsi. Il premier britannico Keir Starmer ha commentato con durezza l’atteggiamento di Mosca: “Quello che è successo oggi è un’ulteriore prova che è Putin a temporeggiare”. L’obiettivo, ha ribadito, resta quello di sostenere Kiev e punire Mosca con sanzioni draconiane qualora decidesse di sottrarsi nuovamente ai negoziati.

Nato a Nocera Inferiore il 10 febbraio 1994, è fotoreporter e giornalista nel settore dell'informazione sportiva. Laureato con lode in Scienze della Comunicazione nel 2016 presso l'Università degli Studi di Salerno, e nel 2018 in Corporate Communication e Media nello stesso ateneo. Passionale, creativo, amante della comunicazione face-to-face, è da sempre patito di calcio, del quale è affascinato in ogni sua sfaccettatura. Ha praticato la pallacanestro a livello agonistico per diversi anni. Tra i suoi hobby non si possono tralasciare la musica, la fotografia e la cucina.

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