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Cinema

Oscar 2019, la recensione di Bohemian Rhapsody di Bryan Singer

Il biopic musicale sulla leggenda Freddy Mercury che ha sfondato il Box-Office della stagione cinematografica

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Bohemian Rhapsody

Iniziato sotto la regia di Dexter Fletcher, che, non accreditato, ha passato il cambio di direzione a Bryan Singer. Il biopic musicale sulla vita di Freddy Mercury ha fin da subito intaccato in intoppi di produzione.

La pellicola è stata proiettata nella prima volta lo scorso ottobre a Londra. Più precisamente alla Wembley Arena, una multifunzionale che si trova proprio di fronte al celebre Wembley Stadium, stadio ufficiale della nazionale inglese. Anche il luogo in cui il 13 luglio 1985 andò in scena il Live Aid.

Il Live Aid è considerato l’evento musicale di maggior successo della storia della musica stessa. Presentato sottoforma di jukebox globale, il concerto rock ospitava i maggiori artisti e le maggiori band del momento per unirli in un unico grande palco a scopo benefico. Si dice che il picco di ascolto massimo fu raggiunto quando a esibirsi furono i Queen.

Bohemian Rhapsody: come alla radio al cinema, prima discutibile e poi un successo

Farrokh Bulsara (Rami Malek) è un giovane di origine parsi. Lavora come scaricatore di bagagli, è nato con quattro incisivi in più e come se non bastasse è in continua combutta con i suoi genitori mentre cerca la sua vera identità. Sarà conosciuto maggiormente – o solo – come Freddy Mercury. Uno degli artisti più amati di sempre e uno dei frontman di maggior impatto culturale e musicale della storia.

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Questo non prima di aver conosciuto Brian May e Roger Taylor, iniziando con umiltà ma con più di un sogno nel cassetto a scrivere la leggenda di una delle band musicali più famose del mondo: i Queen.

Bohemian Rhapsody è un film di 134’ che si tinge di diverse tonalità. A tratti sembra essere un biopic su Freddy Mercury, altre volte una commedia musicale, brevemente un piccolo documentario rock, sporadicamente una romanzata sentimentale eccessiva. Il film ha ricevuto non poche critiche dalla stampa prima che approdasse persino in Italia lo scorso 29 novembre. A oggi è il film con maggiore incasso nella nostra nazione e tra i più marcanti del Box Office mondiale, sfiorando il miliardo. Ricordiamo che se bisogna basarsi sui dati dell’anno solare 2018 c’è Avengers Infinity War che rappresenta il quarto film con più incassi della storia del cinema.

C’è più di un motivo se un film con non molte pretese si ritrova a cambiare regista, diventare il biopic musicale di maggior successo della storia e per ultimo, ma non per importanza, guadagnarsi la candidatura agli Oscar 2019 come Miglior Film (e non solo).

Probabilmente nessuno sentiva l’esigenza di portare sul grande schermo il cammino e le conseguenti problematiche legate al mondo del successo musicale di Freddy Mercury e di coloro che lo circondavano. Ma se ogni sala cinematografica sembra trasformarsi in un concerto rock notturno, oltre a un po’ di magia, un perché ci sarà.

Il film Bohemian Rhapsody è la chiara dimostrazione di come il cinema possa far riemergere passioni sopite e/o avvicinare nuovi fan a personaggi che hanno influenzato il mondo come lo conosciamo oggi e a movimenti artistici e culturali di una certa importanza. Bohemian Rhapsody è quel tipo di film che riesce a far riempire le sale con un pubblico di tutte le età, fino a riempirle nuovamente perché se si parla di musica, se si parla di rock, se si parla dei Queen, le voci girano e l’entusiasmo dilaga.

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Bohemian Rhapsody ha il merito di aver riacceso la passione musicale attraverso il grande schermo, in parte c’è riuscito anche A Star Is Born, del cui film vi proponiamo la recensione, anche lui candidato agli Oscar come Miglior Film, ma per altre motivazioni che potete trovare nella nostra recensione apposita sul film di Bradley Cooper.

Rami Malek è Freddy Mercury

Ma tutto questo successo non sarebbe stato reso possibile se non grazie a quello che da molti viene definito l’attore del momento: Rami Malek. Probabilmente già conosciuto dai telefilm addicted che sicuramene l’avranno apprezzato in Mr. Robot, l’attore già vincitore di un Emmy riesce a interpretare il ruolo di Freddy imitandolo alla perfezione: nella gesta, nel fisico, nell’espressione e persino in quella coinvolgente aura da frontman che ha segnato intere generazioni del rock.

Virale sono ormai i video che pongono a fianco le due celebri interpretazioni, quella di Freddy Mercury con i Queen nel famoso concerto Live Aid, e poi quella di Rami Malek che ripercorre i suoi passi cantando le canzoni più celebri della band nelle fasi finali del film Bohemian Rhapsody. Un’accuratezza mimetica che ha fatto sì che Rami Malek venisse candidato come Miglior Attore Protagonista, scalpitando a discapito di un eccelso Christian Bale nel film Vice (a presto la recensione).

Nonostante qualche eccessiva romanzata che il film si concede, la pellicola riesce a far scivolare ben più di due ore concitando il tutto in un finale coinvolgente, facendo dimenticare allo spettatore di ritrovarsi in una sala cinematografica. Questi sono – rari – esempi di coinvolgimento che il cinema spesso fatica a raggiungere, ma in questo caso è stato più sorprendente dell’immaginario rispolverare i successi di una band che il mondo non ha mai dimenticato, facendola conoscere alle generazioni oggi più piccole.

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Bohemian Rhapsody è inoltre candidato in molti premi cosiddetti tecnici. Per la precisazione parliamo di Miglior Montaggio, Miglior Montaggio Sonoro e Miglior Sonoro. Anche nel caso del Montaggio la lotta sarà ferrata con Vice, mentre per Montaggio Sonoro e Sonoro dovrebbe essere favorito The First Man di Damien Chazelle.

Resta nel Box-Office e nei cuori dei cinefili un successo planetario che questo film è riuscito a raggiungere. Un film che ha superato le attese e probabilmente anche le ambizioni. Chiara dimostrazione di come sempre più l’arte possa far mescolare le sue branche che, nonostante le diversità, trovano un connubio perfetto, armonioso e soprattutto coinvolgente, come in questo caso tra musica e cinema.

Nato a Belvedere Marittimo (CS) il 06/05/1994. Da sempre appassionato di scrittura e giornalismo. Scrive su quelle che sono le sue più grandi passioni: sport, media, Tv e soprattutto cinema. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Salerno e attualmente studente della laurea specialistica Corporate Communication & Media.

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