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Cronaca

Pratola Serra: tra infiltrazioni camorristiche e commissari, c’è un comune che muore

È il momento delle responsabilità, dei mea culpa, delle prese di posizione. I fasti di un tempo sono lontani anni luce. Questo naufragare senza meta costituisce un pericolo per una cittadinanza che si trova a rincorrere silenzi e specchi per le allodole

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Comune di Pratola

La seconda e ultima parte del 2020 passerà alla memoria, sicuramente dei cittadini pratolani e dei più attenti lettori della cronaca locale, come “l’autunno pratolano”. Questo periodo è stato cruciale per il disgregamento del comune di Pratola Serra nella sua parte amministrativa.

A questo ha fatto seguito l’immediato insediamento degli uomini dello Stato, la macchina organizzativa rappresentata dalla commissione prefettizia, il cui compito è ed era quello di mettere ordine economicamente e strutturalmente, dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche.

Si interrompe così l’egemonia dei fratelli Aufiero. Giusto o sbagliato che sia, colpe veritiere o fasulle, al di là dei proclami di vittorie fittizie sarà la magistratura a stabilirlo e sentenziarlo.

La zavorra di un comune disastrato a favore di soggetti discutibili (ndr. contenuto della relazione antimafia) è un’eredità fin troppo pesante per Pratola Serra, che trascina, inesorabilmente, verso il fondo. Ci si è ritrovati in un limbo, in un continuum spazio-temporale nel quale niente ha più un ordine o una logica. Disorientamento e confusione.

Il nulla pende come la spada di Damocle sulla testa di ogni singolo abitante, abbandonato a sé stesso, al proprio credo e al proprio Dio. L’anima bistrattata della comunità è tangibile, palpabile nel vocio di piazza e nelle strade dall’aspetto moribondo.

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Le certezze che hanno avuto in dote i cittadini sono due: la pericolosa invasività della camorra e l’immobilismo degli organi amministrativi. Persone trattate come merce economica ed elettorale. Ma davvero è questo il valore attribuito ad un cittadino?

Il mondo ideologico e paradisiaco creato dall’amministrazione sciolta ha lasciato ben presto spazio alla cruda realtà, fatta di infrastrutture inesistenti e da un’urbanistica post-bellica.

Tra criminalità, giochi politici e immobilismo c’è un comune che muore. Giocando d’azzardo sulla pelle dei cittadini onesti.
È il momento delle responsabilità, dei mea culpa, delle prese di posizione. I fasti di un tempo sono lontani anni luce. Questo naufragare senza meta costituisce un pericolo per una cittadinanza che si trova a rincorrere silenzi e specchi per le allodole.

È il momento di mettere nuovamente al centro del villaggio il cittadino e ripristinare i suoi diritti, i quali si vedono sottratti di: un servizio di trasporto scolastico (dalle frazioni limitrofe le famiglie hanno difficoltà nell’accompagnare i bambini a scuola), fino alla pulizia delle strade e dei parchi.
Ora più che mai.

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Nato ad Avellino nel maggio '95 è un giornalista, attivista antimafia e talvolta scrittore un po' troppo malinconico. Grande appassionato di sport, divoratore di libri e ascoltatore incallito dei Pearl Jam.

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