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Imola, l’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” rappresenta la passione italiana per i motori
Un luogo che ha vissuto pagine memorabili – e drammatiche – della storia del motorsport internazionale, dalle grandi vittorie alle tremende tragedie come quella della morte di Ayrton Senna, nel 1994, alla Curva del Tamburello
Nel cuore dell’Emilia-Romagna, circondato dal verde delle colline imolesi e dal lento corso del Santerno, l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari rappresenta molto più di un circuito automobilistico: è un simbolo della passione italiana per i motori, un luogo che ha vissuto pagine memorabili – e drammatiche – della storia del motorsport internazionale. Conosciuto da molti come il “circuito del Santerno”, ospita oggi eventi di risonanza mondiale e continua ad attrarre appassionati da tutto il mondo.
Inaugurato ufficialmente nel 1953, ma progettato e voluto già dal secondo dopoguerra, il tracciato è cresciuto nel tempo diventando un punto di riferimento per gare motociclistiche e automobilistiche. Negli anni, ha ospitato il Gran Premio di San Marino di Formula 1, il Gran Premio dell’Emilia-Romagna, ed è tuttora una tappa importante del campionato mondiale Superbike.
Il circuito dell’Autodromo di Imola: caratteristiche, layout e momenti chiave
Il tracciato di Imola è uno dei pochi rimasti in Europa a essere percorso in senso antiorario, e questo ne aumenta il fascino e la complessità tecnica. Curve come la Tosa, le Acque Minerali, la Rivazza, e la celebre Variante Alta, oggi dedicata a Fausto Gresini, rendono il circuito vario e impegnativo sia per piloti che per ingegneri.
Ma è la curva del Tamburello a rappresentare, nel bene e nel male, l’anima più intensa di Imola. È qui che si sono scritte alcune delle pagine più drammatiche della Formula 1, in particolare nel tragico weekend del 1º maggio 1994, quando perse la vita Ayrton Senna, uno dei più grandi piloti della storia. Oggi, una statua dedicata al campione brasiliano, posizionata nel vicino Parco delle Acque Minerali, ne custodisce il ricordo.
Il record assoluto del circuito appartiene a Valtteri Bottas, che nel 2020 ha fermato il cronometro a 1’13″609 nelle qualifiche del Gran Premio dell’Emilia-Romagna, su Mercedes.
Un luogo di sport, memoria e innovazione: non solo corse
L’autodromo non è solo sinonimo di Formula 1. Nel corso della sua lunga storia ha ospitato anche la leggendaria 200 Miglia di Imola, eventi endurance, il motomondiale e il ciclismo – tra cui i Mondiali del 1968 e del 2020. È anche un punto di riferimento per la Superbike, che proprio a Imola ha scritto pagine storiche, come il duello tra Colin Edwards e Troy Bayliss nel 2002.
Negli ultimi anni, l’autodromo ha saputo rinnovarsi. Dopo la perdita temporanea della Formula 1, ha investito in sostenibilità, sicurezza e polifunzionalità. È nato il progetto “Imola Living Lab”, si è ottenuto il primo livello di certificazione ambientale FIA, ed è stato creato il brand “The Sound of Imola” per valorizzare sia l’anima sportiva che quella musicale del circuito, che ha ospitato negli anni anche concerti di artisti come AC/DC, Guns N’ Roses, Pearl Jam e Cesare Cremonini.
L’Autodromo di Imola è oggi un impianto moderno, ma profondamente legato alle sue radici. Un luogo in cui la memoria convive con l’innovazione, e dove ogni curva continua a raccontare una storia. Per riscoprirne il fascino, è possibile seguire il walking tour disponibile sul canale YouTube Hammer Style, con riprese dal circuito e uno sguardo ravvicinato ai punti più iconici.