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USA, Trump pronto all’attacco e all’ultimatum all’Iran: “Resa totale”
Vertice d’emergenza alla Casa Bianca, cresce l’ipotesi di un’azione militare con Israele. Tensione altissima dopo il G7: sul tavolo l’opzione di colpire Fordow

Donald Trump ha lasciato anticipatamente il G7 in Canada per far ritorno a Washington, dove ha convocato il suo team di sicurezza nazionale nella Situation Room. La causa è l’escalation del conflitto tra Israele e Iran, che potrebbe vedere il diretto coinvolgimento militare degli Stati Uniti.
Su Truth Social, il presidente ha chiesto la “resa incondizionata” della Repubblica Islamica, avvertendo che gli Stati Uniti hanno ora il “controllo completo dei cieli sopra l’Iran”. In un messaggio diretto all’ayatollah Ali Khamenei, Trump ha dichiarato: “Sappiamo dove si nasconde. È un bersaglio facile. Ma non lo colpiremo, almeno non per ora”. Nel frattempo, in Iran viene dato pieno potere ai pasdaran.
Secondo fonti interne, tra le ipotesi in discussione vi è un attacco mirato contro l’impianto di arricchimento dell’uranio di Fordow, struttura sotterranea protetta che solo un Massive Ordnance Penetrator (bomba bunker buster da 13.700 kg) può colpire. L’arma è trasportabile esclusivamente da bombardieri B-2, non in dotazione a Israele.
Nel frattempo, il Pentagono ha rafforzato la presenza militare americana nella regione, inviando nuovi caccia e la portaerei USS Nimitz. Tuttavia, restano divisioni all’interno del Congresso, dove una risoluzione bipartisan chiede di vietare qualsiasi azione militare non autorizzata contro l’Iran.
Il mondo conservatore legato a Trump si mostra diviso: il podcaster Tucker Carlson guida la fronda anti-intervento. Altri, come il sottosegretario alla Difesa Elbridge Colby, ritengono che ogni impiego di risorse in Medio Oriente sottragga attenzione al fronte strategico del Pacifico e al contenimento della Cina.
Dal G7, Emmanuel Macron ha chiesto una nuova via diplomatica. Ma secondo fonti israeliane riportate da Axios, Netanyahu si attende un attacco USA a giorni. Le possibilità di una soluzione negoziata si assottigliano, mentre cresce la tensione su scala globale.