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Referendum, i cinque quesiti dell’8 e 9 giugno: guida semplice al voto

Dai licenziamenti alla cittadinanza: cosa si vota, orari, significato di Sì e No. Le posizioni di Meloni, Pd e degli altri partiti

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Elezioni voto referendum

Il weekend dell’8 e 9 giugno 2025 sarà un appuntamento importante per la democrazia italiana: oltre alle elezioni europee, gli elettori sono chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari che riguardano il mondo del lavoro, i contratti, la sicurezza nei cantieri e le regole per la concessione della cittadinanza. Il dibattito è acceso, e in questi giorni si moltiplicano le ricerche online con domande come “referendum sì o no spiegazione semplice”, “referendum 8 9 giugno cosa si vota”, “referendum 8 9 giugno orari”.

In effetti, comprendere il contenuto tecnico dei quesiti non è sempre immediato: questo articolo ha proprio l’obiettivo di fornire una spiegazione chiara e accessibile a chi vuole informarsi prima di votare.

Vedremo anche quali sono le posizioni dei principali partiti, da Fratelli d’Italia guidato da Giorgia Meloni al Partito Democratico, e cosa cambierebbe concretamente in caso di vittoria del Sì o del No.

Cosa si vota l’8 e 9 giugno: la spiegazione semplice dei cinque quesiti referendari

Nel fine settimana dell’8 e 9 giugno, ogni elettore riceverà al seggio cinque schede di colore diverso. Per ciascun quesito potrà scegliere tra il (per abrogare la norma attuale) e il No (per mantenerla).

Vediamo in maniera semplice e discorsiva cosa riguardano i cinque quesiti.

Licenziamenti illegittimi

Il primo quesito interviene su uno degli aspetti più controversi della riforma del lavoro del 2015, conosciuta come Jobs Act. Oggi, in caso di licenziamento dichiarato illegittimo, un lavoratore può ottenere solo un indennizzo economico, senza essere riassunto.

Il referendum chiede se si voglia ripristinare il diritto al reintegro sul posto di lavoro per i casi più gravi di licenziamento illegittimo. Votando , si reintrodurrebbe questa tutela. Votando No, la situazione rimarrebbe invariata.

Indennità per licenziamenti nelle piccole imprese

Il secondo quesito si concentra sulle aziende con meno di 15 dipendenti. Attualmente, in caso di licenziamento illegittimo, l’indennità che il lavoratore può ricevere è sottoposta a un tetto massimo stabilito per legge.

Con il , questo tetto verrebbe eliminato, lasciando maggiore libertà al giudice nella determinazione dell’indennizzo, sulla base della gravità del caso. Con il No, il sistema attuale continuerebbe a valere.

Contratti a termine

Il terzo quesito tocca un tema molto sentito: la precarietà lavorativa. Negli ultimi anni, la normativa sui contratti a tempo determinato è stata modificata per consentire più facilmente proroghe e rinnovi, aumentando così l’uso di rapporti di lavoro non stabili.

Il referendum chiede se si voglia tornare a un sistema più rigido, che limiti l’abuso dei contratti a termine. Chi vota vuole contrastare la precarietà. Chi vota No intende mantenere la flessibilità attuale.

Responsabilità solidale negli appalti

Un tema particolarmente rilevante per chi lavora nei cantieri e in settori ad alto rischio. Attualmente, la legge limita la responsabilità solidale tra committente, appaltatore e subappaltatore sugli infortuni e sugli obblighi di sicurezza.

Il punta a reintrodurre la piena responsabilità solidale, in modo che ogni soggetto della filiera possa essere chiamato a rispondere di eventuali inadempienze. Il No lascerebbe in vigore l’attuale regime di limitazione.

Cittadinanza italiana

Il quinto quesito riguarda invece il tema della cittadinanza per gli stranieri. Attualmente, un cittadino extracomunitario residente in Italia può chiedere la cittadinanza dopo 10 anni di residenza legale.

Il referendum propone di ridurre questo termine a 5 anni, rendendo più rapido l’accesso alla cittadinanza per chi è stabilmente integrato nel nostro Paese. Chi vota vuole accorciare i tempi. Chi vota No preferisce mantenere il requisito dei 10 anni.

Come funziona il voto: sì o no

Il meccanismo di voto è semplice. Per ogni quesito:

– Se si vuole cambiare la legge attuale, si vota .
– Se si vuole mantenere la legge così com’è, si vota No.

Bisogna fare attenzione a leggere bene ogni scheda, perché il testo è tecnicamente formulato come domanda di abrogazione. Un errore comune sarebbe pensare che votare “Sì” significhi essere favorevoli alla norma esistente: in realtà, votare “Sì” significa volerla cancellare o modificare.

Le posizioni dei partiti: cosa pensano Meloni e Pd

Il referendum è anche un banco di prova politico, e non mancano le divisioni tra i principali partiti.

Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni

La premier Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno espresso forte perplessità sui quesiti referendari, in particolare su quelli legati al mercato del lavoro.
La posizione ufficiale del partito è di difendere le attuali regole che, a loro avviso, garantiscono un equilibrio tra diritti dei lavoratori e necessità delle imprese.

Per questo FdI invita in prevalenza a votare No, sia sui quesiti relativi ai contratti e licenziamenti, sia sul tema della cittadinanza.

Partito Democratico

Il Partito Democratico ha invece mostrato un orientamento prevalentemente favorevole ai cambiamenti proposti.
In particolare, il Pd sostiene il sui quesiti che riguardano la tutela dei lavoratori e la lotta alla precarietà.
Anche sul tema della cittadinanza, il Pd è da anni favorevole a un approccio più inclusivo, quindi invita a votare anche sul quinto quesito.

Le posizioni degli altri partiti

Le posizioni degli altri partiti completano il quadro:

– Il Movimento 5 Stelle sostiene apertamente il su tutti i quesiti.
– La Lega invita a votare No, criticando soprattutto il quesito sulla cittadinanza e quello sulla responsabilità solidale negli appalti.
Azione e Italia Viva non hanno dato un’indicazione di voto univoca e hanno lasciato libertà ai propri elettori.

Referendum 8 e 9 giugno: orari di voto

Gli elettori potranno recarsi alle urne nei seguenti orari:

Domenica 8 giugno: dalle ore 7:00 alle ore 23:00
Lunedì 9 giugno: dalle ore 7:00 alle ore 15:00

È necessario portare con sé un documento di identità valido e la tessera elettorale. Ricordiamo che ogni elettore riceverà cinque schede e potrà scegliere in modo indipendente su ciascun quesito. Ma cosa succede se non si vota?

Il tema del quorum

Perché ogni referendum sia valido, è necessario che vada a votare almeno il 50% + 1 degli aventi diritto.
Se il quorum non viene raggiunto, anche in caso di netta prevalenza del Sì, le leggi rimarranno invariate.

Secondo i sondaggi più recenti, l’affluenza potrebbe essere al di sotto del quorum, ma il dibattito e l’abbinamento con le elezioni europee potrebbero contribuire a spingere la partecipazione.

Un’occasione di partecipazione democratica

Il referendum dell’8 e 9 giugno offre ai cittadini italiani un’opportunità concreta per esprimersi su temi di grande rilevanza sociale: il lavoro, la sicurezza, la cittadinanza.

Al di là delle indicazioni di partito, è fondamentale che ogni elettore sia informato e consapevole di ciò che si vota.
Comprendere il significato dei quesiti e l’effetto di un voto o No è il primo passo per partecipare attivamente a una scelta che riguarda il presente e il futuro del nostro Paese.

Nato a Nocera Inferiore il 10 febbraio 1994, è fotoreporter e giornalista nel settore dell'informazione sportiva. Laureato con lode in Scienze della Comunicazione nel 2016 presso l'Università degli Studi di Salerno, e nel 2018 in Corporate Communication e Media nello stesso ateneo. Passionale, creativo, amante della comunicazione face-to-face, è da sempre patito di calcio, del quale è affascinato in ogni sua sfaccettatura. Ha praticato la pallacanestro a livello agonistico per diversi anni. Tra i suoi hobby non si possono tralasciare la musica, la fotografia e la cucina.

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