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Cronaca

Rosario Esposito La Rossa, lo “Spacciatore di Libri”: la cultura come arma contro la malavita

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con il proprietario della “Scugnizzeria” di Scampia e direttore della casa editrice “Marotta&Cafiero”, con uno sguardo sulla sua vita e sul suo percorso professionale, tra grandi soddisfazioni e sogni nel cassetto

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Rosario Esposito La Rossa Editore

La cultura come arma contro la malavita. È stata ed è questa la filosofia dell’editore Rosario Esposito La Rossa, proprietario della “Scugnizzeria” di Scampia e direttore della casa editrice “Marotta&Cafiero“. Le parole con le quali possiamo descrivere la personalità di Rosario sono: volontà, determinazione e soprattutto speranza.

La speranza che, dopo la morte di suo cugino Antonio Landieri ucciso a causa di uno scambio di persona da un commando di killer durante la prima guerra di camorra a Scampia, lo ha spinto ad investire sui libri. Una strada che lo ha spinto a scrivere il libro in memoria di Antonio, dal titolo “Al di là della Neve“, per poi diventare uno degli editori più importanti della Campania.

La sua visione, unita alla volontà di chi lo ha supportato dal primo istante, hanno creato un baluardo culturale, che dimostra, in un territorio così difficile, come la cultura rappresenti una concreta alternativa alla camorra.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Rosario, con uno sguardo sulla sua vita e sul suo percorso professionale, tra grandi soddisfazioni e sogni nel cassetto.

Intervista a Rosario Eposito La Rossa: “Viviamo i disagi e proviamo a risolverli dall’interno”

Un’infanzia vissuta in un contesto del genere, soprattutto tra gli anni novanta e primi anni duemila, ha sicuramente lasciato il segno. Cosa, alla fine, ti ha tenuto lontano da quella malavita che agli occhi di un ragazzino potrebbe apparire come una soluzione conveniente?

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Oltre al discorso familiare che ha inciso molto, è stato lo sport a tenermi lontano dalla strada. Il mio sogno non era fare libri, ma fare il calciatore. Ho giocato costantemente anche a livelli alti, nel Napoli, nel Pescara, negli Allievi Nazionali, fino alla morte di Antonio, quando poi ho smesso. Quella disciplina, quel mondo pulito, mi ha sin da subito dato un grande aiuto“.

Una tua espressione significativa, visto il tuo lavoro oggi, è senza dubbio “a me dei libri non importava nulla“. Come sei passato da questo a diventare un editore affermato?

Ci sono arrivato dopo aver scritto il libro “Al di là della neve”, pubblicato dalla Marotta & Cafiero editori. Ero molto giovane, avevo solo 17 anni e inviai una mail a questa casa editrice napoletana che poi mi ha dato la possibilità di incontrare due grandi persone: Tommaso Marotta e Anna Cafiero.

A me piaceva tanto questo mondo, ma il mio obiettivo era più una scrittura di tipo sociale. All’età di 19 anni, Tommaso e Anna mi hanno regalato fisicamente la loro “Marotta&Cafiero”. Mi sono ritrovato a gestire una srl, e con tanti sacrifici, impegno, errori, siamo arrivati a quello che siamo oggi”.

Com’è nata l’idea della “Scugnizzeria” e de “Lo Spacciatore di Libri”?

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Quando ero adolescente non c’era niente, nulla. Al di là dello sport non c’erano alternative. Nel palazzo dove vivevo si spacciava la droga, quindi la nostra ambizione era quella ribaltare lo scopo di questi spazi, proponendo tutto quello che non avevamo noi da adolescenti.

La comunità ha accolto con grande entusiasmo le nostre idee, siamo partiti da uno spazio di 40 mq e oggi ne abbiamo uno di 400mq. Proprio perché il numero di persone che partecipa è altissimo: ci sono 80 ragazzi che fanno teatro e cinema, 8 persone a tempo indeterminato che lavorano con noi, una biblioteca da più di duemila volumi e stiamo per aprire un eco-bar. Si cresce costantemente in un’area dove nessuno fa investimenti, i locali sono completamente nostri, li abbiamo acquistati. Abitiamo ancora a Scampia, il messaggio è questo: viviamo i disagi e proviamo a risolverli dall’interno“.

La svolta è arrivata con la Marotta & Cafiero editori:

“Dopo che mi è stata regalata da Tommaso e Anna, eravamo una piccola casa editrice locale, da dieci libri all’anno. Oggi abbiamo 3 marchi e lo scorso anno abbiamo fatturato mezzo milione di euro. Siamo cresciuti in maniera esponenziale e questo ci ha permesso di avere una certa indipendenza. Adesso stiamo per aprire una tipografia sociale, “L’Ospedale dei Libri”, dove ai più piccoli sarà insegnato e mostrato come creare un libro come ai tempi di Gutenberg.

Abbiamo pubblicato autori del calibro di Pennacchi, King, Isaia Sales. Il nostro obiettivo è mantenere alto questo livello di editoria e diventare una casa editrice nazionale partendo da Napoli, dalla Campania“.

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Nato ad Avellino nel maggio '95 è un giornalista, attivista antimafia e talvolta scrittore un po' troppo malinconico. Grande appassionato di sport, divoratore di libri e ascoltatore incallito dei Pearl Jam.

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