Cronaca
USA, Trump frenato dai giudici: annullati i dazi imposti a partner commerciali Usa
Un tribunale federale invalida quasi tutte le tariffe imposte dall’ex presidente. Le aziende asiatiche reagiscono con cautela, mentre Washington valuta l’appello. Incertezza crescente sui mercati e nei rapporti internazionali

La guerra commerciale globale ingaggiata durante la presidenza Trump subisce una battuta d’arresto significativa. Una decisione emessa da una poco nota Corte per il Commercio Internazionale, con sede a New York, ha dichiarato illegittima l’imposizione dei cosiddetti dazi “reciproci” applicati dal governo statunitense a partire dal 2 aprile, giudicando eccessivo il ricorso ai poteri d’emergenza economica da parte dell’ex presidente.
La sentenza ha colto di sorpresa mercati e aziende, in particolare in Asia, dove le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno subito forti oscillazioni negli ultimi anni. La reazione della Casa Bianca non si è fatta attendere. L’amministrazione Trump, attraverso un’istanza presentata mercoledì notte, ha chiesto la sospensione della sentenza in attesa di appello, sostenendo che la decisione “mette a rischio la politica estera e la sicurezza nazionale”. Tuttavia, è improbabile che lo stesso collegio riveda il proprio giudizio, rendendo plausibile un’ulteriore escalation giudiziaria fino alla Corte Suprema.
Conseguenze legali e commerciali
Secondo gli esperti, l’invalidazione dei dazi generalizzati mina uno dei cardini dell’approccio protezionista di Trump: riscrivere le regole del commercio globale a favore dell’America, attraverso tariffe massicce e interventi unilaterali. Tuttavia, altre misure – come i dazi su acciaio, alluminio e auto imposti tramite la Sezione 232 e la Sezione 301 – restano in vigore, protette da strumenti giuridici diversi e più consolidati.
Le imposte speciali del 20% verso Paesi come Canada, Messico e Cina, legate anche alla crisi del fentanyl, sono state anch’esse annullate dalla Corte, creando ulteriore incertezza nelle relazioni commerciali internazionali. Nonostante ciò, la sospensione dei dazi per 90 giorni resta valida, in attesa di possibili accordi bilaterali.
Dazi Trump annullati, gli effetti immediati sui mercati
La reazione dei mercati asiatici è stata immediata e positiva: l’indice Hang Seng di Hong Kong ha chiuso in rialzo dell’1,4%, mentre il Nikkei giapponese ha guadagnato l’1,9%. Gli investitori scommettono su un possibile allentamento delle tensioni commerciali e su una ripresa della crescita economica globale.
Sul fronte aziendale, le risposte sono più caute. “I dazi non sono stati cancellati del tutto”, ha dichiarato Jeffy Ma, imprenditore cinese del settore manifatturiero. William Su, amministratore delegato di Teamson, con sedi tra New York e Taiwan, ha ammesso che “alcuni clienti stanno valutando nuove spedizioni, ma c’è ancora molta confusione”.
Una strategia incerta ma persistente
La sensazione tra gli osservatori è che la decisione del tribunale rappresenti solo una battuta d’arresto temporanea per la dottrina commerciale di Trump. “Lui ama i dazi e non credo che vi rinuncerà facilmente”, ha dichiarato Deborah Elms della Hinrich Foundation di Singapore.
La stessa sentenza potrebbe influenzare negativamente i futuri negoziati con partner strategici come l’Unione Europea, il Giappone e la Corea del Sud. “Perché fare concessioni se una corte può ribaltare tutto?”, si chiede Paul Nadeau, professore alla Temple University.
Nel frattempo, la tregua commerciale raggiunta con Pechino ha portato alla riduzione dei dazi medi sui prodotti cinesi attorno al 30%, ma rimane l’ombra di nuove imposte. La prospettiva di un ritorno alle tariffe massicce resta viva, in particolare verso Paesi asiatici con surplus commerciali strutturali nei confronti degli Stati Uniti, tra cui Vietnam, Giappone e Corea del Sud.
Dazi Trump annullati, le catene di approvvigionamento ancora sotto stress
Il susseguirsi di dazi, esenzioni temporanee e accordi sospesi ha colpito duramente le catene di approvvigionamento globali. Alcune imprese hanno sospeso investimenti, mentre altre faticano a pianificare le produzioni per l’imprevedibilità normativa.
“L’instabilità è totale”, ha affermato Michel Bertsch, imprenditore del settore dell’arredo con sede in Vietnam. “Nessuno sa quale sarà la prossima mossa, e questo rende tutto più difficile”.