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Giardinaggio, quando e come potare le ortensie per farle fiorire

Tanti i fattori che entrano in gioco quando cerchiamo di regalarci una fioritura abbondante e sana: ecco come fare

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Ortensia
Tra le protagoniste indiscusse di giardini e terrazzi, le ortensie si confermano tra le piante ornamentali più amate grazie alle loro infiorescenze generose e variopinte. Tuttavia, per ottenere davvero delle fioriture abbondanti e durature, non basta solo fornire acqua e nutrimento: conoscere quando e come potare le ortensie per farle fiorire è il vero segreto che ogni appassionato di giardinaggio dovrebbe imparare.

Molti commettono l’errore di potare senza criterio o nel momento sbagliato, mettendo a rischio proprio quei rami che daranno origine ai fiori nella stagione successiva. Prima di tutto, quindi, è fondamentale sapere che esistono diverse varietà di ortensie e che ognuna richiede una tecnica di potatura specifica.

Conoscere il tipo di ortensia è fondamentale

Prima ancora di impugnare le cesoie, è indispensabile riconoscere a quale specie appartiene la propria ortensia. Le più comuni nei giardini italiani sono la Hydrangea macrophylla, la Hydrangea paniculata, la Hydrangea arborescens e la Hydrangea quercifolia. Queste quattro tipologie differiscono notevolmente per modalità e tempi di potatura.

La Hydrangea macrophylla, la classica ortensia dai grandi fiori globosi, fiorisce sui rami prodotti nell’anno precedente. Per questa ragione, potare in modo eccessivo o, peggio ancora, eliminare i rami giovani comprometterebbe la fioritura. Diverso è il caso della Hydrangea paniculata e della Hydrangea arborescens, che invece producono fiori sui rami dell’anno in corso. Per queste ultime la potatura può essere più decisa, favorendo lo sviluppo di nuovi getti vigorosi capaci di regalare fioriture spettacolari. Infine, la Hydrangea quercifolia, caratterizzata da foglie simili a quelle della quercia, produce anch’essa fiori sui rami vecchi e richiede un intervento leggero e mirato.

Quando potare le ortensie per ottenere il massimo della fioritura

Stabilire il momento giusto per potare le ortensie dipende quindi dal loro ciclo di fioritura. Per le ortensie che fioriscono sui rami dell’anno precedente, come la macrophylla e la quercifolia, la potatura deve essere eseguita a fine inverno o all’inizio della primavera, generalmente tra la seconda metà di febbraio e il mese di marzo, preferibilmente quando il rischio di gelate è ormai scongiurato. In questo caso, l’obiettivo sarà eliminare solamente i rami secchi, danneggiati o molto vecchi, preservando invece i rami giovani che porteranno i fiori.

Per le ortensie che invece fioriscono sui rami dell’anno in corso, come la paniculata e l’arborescens, si può intervenire sempre tra fine inverno e inizio primavera, ma con maggiore decisione. In queste varietà è utile accorciare i rami anche della metà della loro lunghezza o di più, favorendo così la formazione di nuovi getti robusti che porteranno abbondanti infiorescenze.

Come potare correttamente le ortensie

La potatura delle ortensie richiede attenzione e precisione, più che forza. È essenziale eseguire tagli netti e puliti, utilizzando cesoie ben affilate e disinfettate, in modo da evitare l’ingresso di malattie fungine. Ogni taglio va eseguito appena sopra una gemma ben formata, preferibilmente rivolta verso l’esterno, così da favorire una crescita armoniosa della pianta.

Nel caso delle ortensie macrophylla e quercifolia, l’operazione si limita a eliminare le vecchie infiorescenze secche e i rami danneggiati dall’inverno. Se si desidera ringiovanire la pianta, è possibile eliminare completamente uno o due rami molto vecchi, ma senza esagerare. Diversamente, per le ortensie paniculata e arborescens, si può effettuare una vera e propria potatura di formazione, accorciando in maniera omogenea i rami principali per stimolare l’emissione di nuovi getti vigorosi.

Quando e come potare le ortensie per farle fiorire: gli errori da evitare

Uno degli errori più comuni è potare le ortensie nel periodo autunnale, appena dopo la fioritura. Questo è un errore grave, poiché molte varietà hanno già formato le gemme che diventeranno fiori nella stagione successiva. Rimuovendo i rami in autunno si rischia di compromettere l’intera fioritura. Altro errore frequente è quello di tagliare indistintamente tutti i rami, senza riconoscere quali sono i rami fioriferi e quali invece possono essere eliminati. Solo l’esperienza o una corretta osservazione della pianta permettono di distinguere correttamente i rami da conservare.

Quando è necessaria una potatura straordinaria

Le ortensie trascurate da diversi anni o molto vecchie possono beneficiare di una potatura di ringiovanimento, da eseguire sempre a fine inverno. Questa operazione consiste nell’eliminare circa un terzo dei rami più vecchi e legnosi direttamente alla base. In questo modo la pianta sarà stimolata a produrre nuovi getti più vitali, capaci di rinnovare l’aspetto e la qualità della fioritura nei successivi anni.

È importante ricordare che il clima influisce sulla scelta del momento ideale per la potatura. Nelle zone soggette a gelate tardive è preferibile posticipare l’intervento fino a quando non ci sia più rischio di freddo intenso. Tagliare i rami troppo presto espone le giovani gemme ai danni del gelo, con conseguenze negative sulla fioritura.

Quando e come potare le ortensie per farle fiorire: in conclusione

In conclusione, comprendere quando e come potare le ortensie per farle fiorire è una pratica essenziale per chi desidera un giardino colorato e pieno di vita. Rispettare il periodo giusto, individuare correttamente il tipo di ortensia e applicare la tecnica di taglio più adatta sono i tre ingredienti indispensabili per garantire una fioritura generosa e spettacolare. Una potatura ben eseguita non solo migliora l’aspetto estetico della pianta, ma favorisce anche la sua salute e la capacità di resistere alle malattie e agli agenti atmosferici.

Nato a Nocera Inferiore il 10 febbraio 1994, è fotoreporter e giornalista nel settore dell'informazione sportiva. Laureato con lode in Scienze della Comunicazione nel 2016 presso l'Università degli Studi di Salerno, e nel 2018 in Corporate Communication e Media nello stesso ateneo. Passionale, creativo, amante della comunicazione face-to-face, è da sempre patito di calcio, del quale è affascinato in ogni sua sfaccettatura. Ha praticato la pallacanestro a livello agonistico per diversi anni. Tra i suoi hobby non si possono tralasciare la musica, la fotografia e la cucina.

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