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Attualità

Italiani, mezz’italiani, italianicchi, pigliainculo e quaquaraquà…

Mariano diceva al Capitano Bellodi che gli uomini sono pochissimi. Questi avranno il compito di sconfiggere sia il Coronavirus che il virus ancora più invisibile, dannoso e contagioso dell’ignoranza

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Bandiera Italiana

Quante volte abbiamo letto o ascoltato la classificazione del genere umano che il mafioso Mariano opera alla presenza del Capitano Bellodi nel romanzo senza tempo “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia?

Tante, tantissime. Ebbene, senza entrare nella cronaca di questi tremendi giorni (le unità di crisi sono ormai bollettini di guerra), la sempreverde catalogazione di Mariano è valida oggi più che mai e si può adattare senza grosse modifiche all’atteggiamento del nostro popolo.

Mariano diceva al Capitano Bellodi che gli uomini sono pochissimi. Al tempo del Coronavirus questi corrispondono agli italiani: pochissimi. Per intenderci, gli italiani sono quei responsabili che hanno sviluppato gli anticorpi contro l’ignoranza e l’egoismo: mali ben più radicati e pericolosi del Covid-19, soprattutto ai giorni nostri. Gli italiani, quei pochissimi, sono tutte quelle sacrosante persone, uomini, donne, anziani e bambini che sacrificano le loro abitudini, i loro hobby, i loro vizi e soprattutto la loro libertà personale per il bene, anzi cosa dico il bene, per la sopravvivenza dei loro familiari, dei loro amici, dei loro conoscenti, degli italiani.

Italiani, che bella parola! Molto facile dirsi italiani. Troppo difficile esserlo. Una missione sentirlo. Sentirsi italiani, significa sentirsi parte di una “repubblica democratica”, come ci ricorda il vangelo laico degli italiani: la Costituzione. Sentirsi parte di una “repubblica democratica, a sua volta, non significa che ognuno fa democraticamente quello che vuole, ma che ognuno, affinché possa godere del potere e della libertà che la Repubblica gli concede, deve provvedere ad adempiere “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Non si tratta di una mia pretesa, ma di quanto afferma la nostra Costituzione all’articolo 2. Sentirsi parte di una “repubblica democratica” e quindi sentirsi italiani, significa rispettare precise responsabilità nei confronti della società in cui si vive. Dunque, sentirsi italiani è una missione che abbiamo ricevuto in dono da chi ha combattuto per la nostra libertà, per la nostra democrazia, per la nostra Repubblica e per la nostra italianità. E allora che tutti coloro che sono ignoranti in solidarietà e democrazia non si definiscano italiani, ma provvedano a classificarsi tra mezz’italiani, italianicchi, pigliainculo o quaquaraquà.

“I mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi” diceva Mariano. In effetti, sarebbe già un gran traguardo se ci si potesse fermare, di questi tempi, ai mezz’italiani, ma invece no: si “scende ancor più” agli italianicchi, cioè a coloro che si credono italiani, “scimmie che fanno le stesse mosse” degli italiani. Magari cantano l’inno di Mameli, magari espongono il tricolore o magari scrivono che “Andrà tutto bene” però poi li vedi passeggiare per le strade, incuranti di ogni ordinanza di quella “repubblica democratica” che inneggiano e vorrebbero addirittura salvare. Beh, in effetti, molto semplicemente non sono nient’altro che ipocriti, ma leggere italianicchi, forse gli renderà meglio il concetto.

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“E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre”. Ora, l’umanità ai tempi di Mariano doveva essere più dignitosa e la situazione ben più rosea di quella attuale, dal momento che egli aveva avuto la fortuna di poter contare un esercito di pigliainculo, mentre noi oggi siamo scesi ancora più giù e siamo letteralmente invasi da truppe di quaquaraquà.

Alla luce di quanto osservato, il quadro appare già più che drammatico così. Il problema, o forse direi meglio il virus che si profila è che di questi tempi le truppe di quaquaraquà vanno massicciamente mescolandosi ai mezz’italiani, agli italianicchi  e ai pigliainculo. Così, le pochissime unità di italiani rimasti coraggiosamente e orgogliosamente in trincea ora devono sconfiggere sia il Coronavirus che il virus ancora più invisibile, dannoso e contagioso dell’ignoranza. Se nel primo caso la soluzione può essere la quarantena, nel secondo caso proprio non sapremmo…

Classe 1995. Laureato in Lettere Moderne e attualmente iscritto alla laurea magistrale binazionale italo-tedesca "LIDIT" (Linguistica e Didattica dell'Italiano nel contesto Internazionale). Giornalista di Cronache del Sannio, addetto stampa e responsabile cultura di ASC Confcommercio. Collabora con Teatri e Culture, Derivati Sanniti e PalcoscenicoCampania. Allievo dei corsi di Canto e Recitazione dell'Accademia di Santa Sofia e membro dell'Associazione Giovanile Thesaurus.

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