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Tecnologia

Parkinson, Zuckerberg investe sul dispositivo che leggerà la mente

Si chiama Wand ed è stato realizzato dall’Università di Berkeley e dalla startup Cortera

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Mark Zuckerberg Facebook

Il detentore di Facebook, Whatsapp e Instagram sembra non accontentarsi mai della popolarità, investendo in un nuovo dispositivo sanitario. Il “signore in blu”, Mark Zuckerberg, sembra particolarmente incline alle prime pagine. Stavolta però la notizia che lo vede protagonista pare assumere esclusivamente accezioni positive.

Infatti, l’imprenditore ultra miliardario sposta la sua attenzione su un settore meno ludico e più umanitario, impiegando le sue ricchezze in un dispositivo elettronico avente finalità esclusivamente mediche.

Wand, pacemaker cerebrale finanziato da Zuckerberg: curare le malattie con la mente

L’oggetto in questione è una sorta di pacemaker, nominato Wand, capace di leggere gli impulsi cerebrali legati ai movimenti in modo da correggerli in maniera istantanea. I ricercatori finanziati da Ceo di Facebook hanno dapprima testato il dispositivo su delle scimmie, in modo da appurare l’efficienza e la funzionalità del meccanismo elettronico. Compito del pacemaker è quello di tenere sotto controllo il segnale di 128 punti differenti del sistema nervoso, sul quale sono accuratamente posizionati degli elettrodi. Il tutto è moderato da un preciso algoritmo avente come finalità quella di distinguere il segnale proveniente dal cervello da quello che vi sta ritornando.

Le scimmie coinvolte nell’esperimento avevano come scopo quello di mettere in moto un joystick per conseguire l’obiettivo mostrato nello schermo posto loro davanti. Il dispositivo da oltre 5 miliardi di dollari è stato in grado di intuire in anticipo le mosse dei primati e bloccarli anticipatamente.

Qual è il fine funzionale di Wand?

La fondazione istituita dal Zuckerberg, collaborazione con la moglie, ha ben chiaro il suo intento: curare tutte le malattie e stilare un piano di terapie per infermità come il Parkinson.

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La ricercatrice dell’Università di Berkeley, nonché cofondatrice dell’azienda, si affaccia fiduciosa a questo nuovo orizzonte sostenendo che “questo dispositivo può essere realmente innovativo perché il soggetto è completamente libero di muoversi e la macchina può capire da sola quando e come interferire con i movimenti”.

Insomma, ci si può aspettare davvero di tutto dal progetto finanziato da Zuckerberg, che ha già da tempo dimostrato di saper scavalcare l’epoca corrente e puntare lo sguardo in un’ottica futura.

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