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Cronaca

Coronavirus, parola alla scienza. Vergineo: “Entro luglio avremo il vaccino”

Sono tante, troppe le chiacchiere che si susseguono e si diffondono tra le persone, molte delle quali prive di fondamento. Facciamo chiarezza sul Covid-19 grazie al contributo delle dichiarazioni dei maggiori esponenti della medicina e virologia italiana

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Coronavirus Italia

Se ne parla, giustamente, sempre di più, ma, ingiustamente, anche a sproposito. “Coronavirus” non impiegherà molto ad entrare nella lista delle parole più ricercate del 2020, anzi, sicuramente, ci sarà già entrata. Stando alle discussioni social, alle sentenze da bar e alle varie teorie scientifiche (sulla genesi, sulla diffusione e sulla durata) elaborate comodamente dalla poltrona di casa e diramate nei bus, a cinema o in palestra, pare che ormai il 99% degli italiani sappia perfettamente di cosa si tratta, anzi conosca anche le possibili contromisure.

Alcuni, i più audaci, addirittura potrebbero, già domani, approntare un vaccino. Tradizione italiana. Per fortuna, però, la medicina non si impara su Facebook, non si insegna al bar e non si applica davanti ai televisori. Così, in netta contrapposizione con la moda del nostro tempo, ho deciso di ascoltare quei “complottisti” dei medici e mettere in dubbio Wikipedia.

Non mi crederete, ma ne è emerso un quadro scientificamente fondato della vicenda. Certo, anche tra i medici ci sono visioni divergenti, ma non me ne vogliate, io tendo a fidarmi dei loro dubbi, dei dubbi della scienza.

Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio dell’ospedale Sacco di Milano, alla stampa ha dichiarato: “Non è pandemia! La mortalità per influenza è stata di 217 casi al giorno nelle scorse settimane”. Il virologo Roberto Burioni, evitando di citare la collega del Sacco, ha sostenuto: “Qualcuno, da tempo, ripete una scemenza: la malattia causata dal coronavirus sarebbe poco più di un’influenza. Non è vero”.

A suggellare, con dati alla mano, la vicenda ci ha pensato Massimo Galli, professore ordinario di malattie infettive all’Università di Milano, che intervistato dal “Corriere della Sera”, il 24 febbraio dichiarò che la reale letalità del Coronavirus è del 3,8% in relazione anche ai dati della provincia di Hubel, in Cina.

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Coronavirus, allora è lecito chiedersi  “come stanno le cose realmente?”

A tal proposito ho avuto il piacere di intervistare il dirigente Pierluigi Vergineo dell’ASL di Benevento che ha affrontato scrupolosamente la questione, cercando di fare una sintesi delle varie posizioni della medicina in riguardo e analizzando il fenomeno anche da un punto di vista antropologico.

Questo coronavirus è una brutta bestia. In Cina i morti sono migliaia. In Italia decine. Ma forse i decessi di anziani malati non sono l’unico aspetto nefasto dell’epidemia. La distruzione del tessuto sociale, l’isolamento, la chiusura, l’emarginazione sono la conseguenza peggiore della pandemia” ha esordito Vergineo che poi, scienza alla mano, ha spiegato:

Si tratta di un virus ovvero di un involucro proteico che “protegge una sequenza di RNA”  di materiale genetico. Il virus non può vivere e replicarsi fuori dalle cellule. L’infezione può avvenire solo da uomo ad uomo. Anche se per la prima volta ci troviamo di fronte a questa specie di microrganismo va detto subito che si tratta di un banale “virus para-influenzale”.

Come tale il suo capside proteico può essere sintetizzato in laboratorio  per creare un vaccino. Probabilmente già a luglio 2020 avremo a disposizione un vaccino da provare sugli uomini. Solo una piccola percentuale degli infetti sviluppa la polmonite emorragica che  porta all’exitus. Si tratta di un virus ad alta trasmissibilità ma a bassa letalità (2%).

I bambini sembrano immuni dal virus probabilmente per la bassa capacità di produzione di citochine infiammatorie che danneggiano le membrane alveolari più dello stesso virus. Sino ad oggi nessun bambino, al disotto dei nove anni, neanche in Cina, è morto.

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Come per il raffreddore tutti saremo infetti. Non solo il governatore della Lombardia. Non solo gli Italiani. Anche i Francesi, i tedeschi, gli americani conosceranno questa epidemia. Essere razzisti contro i cinesi dove il virus ha mietuto più vittime, in questo momento è disumano oltre che folle. Esprimo solidarietà al popolo cinese che con coraggiose iniziative e sacrifici umani incalcolabili (muoiono soprattutto medici – infermieri – parasanitari) stanno difendendoci da questo “mostro”.

In merito alle recentissime ordinanze di quarantena, Vergineo sostiene:

La quarantena non è un provvedimento razzista. Il virus non è di destra né di sinistra. E’ solo buon senso”.

Sebbene non ottimista, Vergineo è fiducioso per il futuro e consapevole dei mezzi e delle possibilità della medicina.

Dobbiamo ringraziare questo febbraio caldissimo (temperature sempre superiori ai dieci gradi) in quanto il virus segue il freddo (a zero gradi si trasmette come un razzo). Se non avessimo avuto questa primavera precoce al posto dei seicento infetti, ne avremmo avuto seicentomila.  Il caldo distrugge i virus. Con la primavera (22 marzo), con la bella stagione, la pandemia scomparirà nell’emisfero nord per comparire in sud-america e sudafrica. Avremo dieci mesi di tempo per elaborare un vaccino efficace“.

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Alla domanda sulle cause indirette, invece, che il Coronavirus può generare, il dottor Vergineo risponde:

Il coronavisrus crea il terrore, la paura, l’angoscia di morte. L’uomo quando è terrorizzato attiva una zona del cervello che si chiama area limbica. Qui risiedono i centri dell’aggressività, della violenza, delle peggiori pulsioni.  L’effetto è devastante. I ragazzi innamorati non  si baciano. Gli uomini non abbracciano le donne. Gli amici non si stringono la mano. L’ombra del sospetto, della diffidenza, regna nell’anima di tutti. La disumanità e l’aggressività prendono il sopravvento. I cadaveri sono abbandonati nelle strade. I malati vengono chiusi nei lazzaretti. Gli uomini impazziscono per timore del contagio. Anche il Manzoni nella descrizione della peste del 1600 a Milano descrive la bestialità della folla che lincia il “povero straniero” che toccando il muro del Duomo, viene accusato di essere un untore. Stiamo attenti a non distruggere la nostra umanità che è la base del vivere sociale, della civiltà, del progresso. Il coronavirus sta provocando soprattutto danni economici e sociali. Le fabbriche vengono chiuse, le città sono in quarantena, i centri commerciali vuoti… Cosa fare? Inutili sono gli appelli alla calma ed al buon senso in quanto spesso ottengono effetti contrari. Ciò che a mio parere appare necessario è attivare la ragione, la corteccia cerebrale, in quanto solo lei può controllare l’area limbica del terrore. Per attivare la corteccia è necessaria la consapevolezza, la ragione, la cultura, l’informazione scientifica. E allora diciamoci la verità”.

In conclusione, sulle misure preventive possibili e quelle già in atto, Vergineo sottolinea:

Se tutto dovesse andare male sarà meglio trascorrere il Natale sulle spiagge, al sole, delle Seychelles, ed il Carnevale a Rio de Janerio. Per quanto mi riguarda non ho comprato mascherine, guanti e disinfettanti. Non servono a niente. Continuo ad abbracciare e baciare tutti. Non ho paura del virus. Temo la follia che si nasconde nell’uomo”.

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Classe 1995. Laureato in Lettere Moderne e attualmente iscritto alla laurea magistrale binazionale italo-tedesca "LIDIT" (Linguistica e Didattica dell'Italiano nel contesto Internazionale). Giornalista di Cronache del Sannio, addetto stampa e responsabile cultura di ASC Confcommercio. Collabora con Teatri e Culture, Derivati Sanniti e PalcoscenicoCampania. Allievo dei corsi di Canto e Recitazione dell'Accademia di Santa Sofia e membro dell'Associazione Giovanile Thesaurus.

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